Secondo i dati del rapporto di Symbola e Italian Exhibition Group, sono 21.378 le imprese italiane che operano nel settore delle rinnovabili, tra chi si occupa di manutenzione, commercio, manifattura, produzione e distribuzione di energia e attività di consulenza, collaudo e monitoraggio.
I dati italiani
Il primo studio sulle rinnovabili è stato promosso e realizzato dalla Fondazione Symbola e da Italian Exhibition Group, leader del Paese per le manifestazioni fieristiche, in collaborazione con le principali associazioni del comparto. Il rapporto è stato presentato alla fiera dell’energia K.ey di Rimini, che si è tenuta dal 22 al 24 marzo.
I dati emersi evidenziano come in Italia, sono 21.378 le imprese impegnate a sviluppare fonti alternative per un futuro più green, con la Lombardia che ne registra il maggior numero, circa 3.778 (che sono l’17,7% del totale), seguita da Lazio con 2.446 (10,5%) e dal Veneto con 1.995 (9,3%).
A livello provinciale, Roma è al primo posto con 1.735 imprese (l’8,1% del totale nazionale), e successivamente prende posizione Milano, con 1.510 (7,1%), Napoli con 833 (3,9%), Torino con 659 (3,1%) e Brescia con 542 (2,5%).
Di tutte queste aziende, lo studio rivela che il 44% sono attive nella manutenzione, contro un 14% che lavora nel commercio, un’11% che si dedica alla manifattura, un 7,2% impegnato nella produzione e distribuzione dell’energia, e un 7,1% che gestisce invece attività di consulenza, collaudo e monitoraggio.
“Puntare sulle rinnovabili dà forza all’economia”
Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, ha sottolineato durante la fiera a Rimini che “puntare sulle rinnovabili e sull’efficienza fa crescere il Paese, rendendolo più libero”.
“C’è un’Italia che eccelle in molti segmenti della nuova economia sostenibile e – ha continuato – dà il meglio di sé quando incrocia i suoi cromosomi antichi e la sua identità con un modo tutto italiano di fare economia”.
Il presidente ha evidenziato i passi in avanti che sono stati compiuti, ma anche quanto ancora ci sia da fare, anche grazie al Next Generation EU e ai fondi del Pnrr, per rispondere alle crisi e soddisfare gli obiettivi europei della neutralità climatica al 2050 e della produzione di almeno il 70% di energia pulita entro il 2030.