Gli europei si piazzano subito dopo la Cina a livello mondiale per punti di ricarica installati, il 50% dei quali solo in tre Paesi, ma al primo posto per velocità di crescita. Un mercato mondiale sempre più ricco, che aumenta di valore di anno in anno e che potrebbe incrementare ancora di più, con un tasso medio annuo del +14% fino al 2030. I dati.
Sistemi di ricarica per auto elettrica, l’Europa insegue la Cina
Il mercato europeo delle stazioni di ricarica per auto elettriche cresce a ritmi sostenuti, posizionandosi al secondo posto a livello mondiale, subito dopo la Cina. Rispetto al grande Paese asiatico siamo molto indietro, però, sia in termini di numero di impianti installati, sia di valore di spesa.
In Cina nel 2022 c’erano già attivi 1,7 milioni di punti ricarica veloci (fast charging), per un valore di mercato pari a quasi 10 miliardi di dollari.
Nello stesso anno, in Europa, non si arrivata a 500 mila colonnine, per un valore di mercato di circa 4,1 miliardi di dollari, secondo dati riportati dalla piattaforma di market intelligence Stanzon.
Dall’anno scorso, comunque, il mercato europeo dei fast charging points sta crescendo ad una velocità maggiore rispetto a quello cinese. A fine 2022 le installazioni di caricabatterie CA (a corrente alternata) hanno registrato un incremento del 46%, mentre i modelli CC (a corrente continua) hanno segnato un boom del +84% a fine 2023.
Un mercato mondiale che vola sempre più alto
A livello mondiale, il mercato dei sistemi di ricarica veloce per auto elettriche ha raggiunto gli 8,4 miliardi di dollari di valore alla fine dell’anno passato, ma con un tasso di crescita medio annuo stimato attorno al 14,7%, entro il 2030 potrebbe raggiungere i 33,15 miliardi di dollari, secondo uno studio Research and Markets.
Gli ultimi dati dell’Osservatorio europeo sui combustibili alternativi (EAFO) mostrano che a fine 2023, l’Unione europea poteva contare su oltre 630.000 punti di ricarica pubblici, di cui il 13% caricabatterie DC (+13% su base annua) e l’87% caricabatterie AC.
La Direttiva sull’efficienza energetica degli edifici (Epbd), che è sul punto di essere approvata definitivamente (manca il via libera del Consiglio di metà aprile), offre un’opportunità per affrontare questo problema.
Bene anche le stazioni HPC, che nell’Ue rappresentano il 7% del totale dei punti di ricarica pubblici. Tale tecnologia si distingue in due tipologie diverse: i punti di ricarica CC ultraveloci di Livello 1, che forniscono una potenza tra 150 e 350 kW; i punti di ricarica CC ultraveloci di Livello 2 che forniscono una potenza di 350 kW o superiore, facilitando i tempi di ricarica più rapidi disponibili.
Un’infrastruttura di ricarica che in Europa appare molto disomogenea
Nel 2023, infine, oltre la metà (52%) dell’infrastruttura di ricarica totale europea era concentrata in soli tre paesi: Paesi Bassi, Germania e Francia. Sorprendentemente, questi paesi insieme rappresentano solo il 10% della superficie totale dell’UE.
Ciò significa che nella stragrande maggioranza del territorio dell’UE, che costituisce il 90% della sua superficie terrestre, è rimasto solo il 48% delle stazioni di ricarica.
Un’analisi di McKinsey suggerisce che l’Unione Europea avrà bisogno di almeno 3,4 milioni di punti di ricarica pubblici operativi entro il 2030 per consentire un passaggio completo alla mobilità elettrica.
In Italia, secondo dati Motus-E, possiamo contare su quasi 51 mila punti di ricarica installati su tutto il territorio nazionale.
A fine marzo 2024 è stato attivato anche il portale istituzionale Pun, che mappa i punti di ricarica per i veicoli elettrici accessibili al pubblico sul territorio nazionale. Acronimo di Piattaforma Unica Nazionale, il nuovo strumento permette di localizzare le infrastrutture di ricarica presenti sul territorio italiano, mostrando dettagli sulla tipologia di alimentazione, la potenza massima erogabile, informazioni sugli operatori che erogano il servizio (Charging Point Operator, CPO) e lo stato del punto di ricarica.