Secondo il rapporto ‘Energizing Health: Accelerating Electricity Access in health-care facilities’ dell’Oms, con 5 miliardi di dollari si potrebbe avere maggiore disponibilità energetica sostenibile per quei Paesi vittima di gravi difficoltà economiche.
‘Energizing Health: Accelerating Electricity Access in health-care facilities’
Il rapporto dell’Oms dal titolo ‘Energizing Health: Accelerating Electricity Access in health-care facilities’ fornisce un aggiornamento completo sullo stato e sulle azioni chiave necessarie per fornire energia pulita alle strutture sanitarie dei Paesi a basso e medio reddito.
Lo studio infatti descrive quelli che sono gli strumenti e i metodi a disposizione per far sì che tutto questo si realizzi, cercando di capire anche quanto capitale e investimenti servirebbero.
I risultati del report potrebbero essere rilevanti per le agenzie responsabili coinvolte, compresi i ministeri della Salute, dell’Energia e delle Finanze.
Cosa emerge
Ma cosa emerge dall’analisi compiuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms)? In tutto il mondo quasi 1 miliardo di persone non ha accesso a una struttura che abbia un allaccio stabile alla rete elettrica.
Considerando dati e statistiche, parliamo di un 12% degli ospedali situati nelle aree più povere dell’Asia meridionale, e di un 15% di quelli che si trovano nell’Africa sub-sahariana.
Un quadro leggermente migliore è venuto fuori per l’America Latina e gli Stati Caraibici, con l’8% di strutture senza disponibilità energetica.
Maggiori probabilità di morire
I cittadini che vivono in queste zone hanno dunque maggiori probabilità di morire, proprio a causa degli scarsi servizi a disposizione e per via dell’instabilità della rete nazionale e degli strumenti medici.
Tra i circa 166.720 stabilimenti che si trovano nei 41 Stati a basso e bassissimo reddito nell’Africa subsahariana, il report stima che almeno 25.000 hanno zero elettricità, mentre 68.350 vivono invece di continue interruzioni.
Le eccezioni
Per fortuna però, ci sono delle eccezioni, come la Siria. Qui infatti, secondo lo studio Oms, 480 pannelli fotovoltaici vengono sfruttati in un ospedale per essere collegati a un sistema di accumulo.
E una situazione simile avviene in Somalia, dove nell’anno 2021-2022, 171 pazienti hanno ricevuto ossigeno sempre grazie all’utilizzo di impianti solari, e di questi il 95,3% si è completamente ripreso.
Soluzioni
Quali le soluzioni per migliorare la situazione? Servirebbero maggiori aiuti internazionali e finanziamenti per ovviare alla pericolosa mancanza di energia, che può anche compromettere la conservazione dei medicinali rendendoli inefficaci o addirittura dannosi.
Secondo il rapporto, 5 miliardi di dollari da investire soprattutto sull’energia solare, potrebbero essere sufficienti per salvare la vita a migliaia di persone ogni anno. Sarà davvero così?
Non è comunque semplice combattere quest’emergenza, anche se scommettere di più sulle rinnovabili, tentando anche di abbassare il prezzo dei pannelli fotovoltaici e sfruttando l’enorme potenzialità nel settore offerto da questo genere di Paesi, potrebbe aiutare di certo a risollevare la situazione, sempre con tutto il supporto della comunità internazionale.