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Prezzi negativi sull’energia: raggiunti fino a 500 euro per MWh 

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Nel primo weekend di luglio, i prezzi della corrente sono tutti andati in negativo, per via dell’eccessiva produzione di energia eolica e solare che ha mandato in rosso i conti. L’Ue è davvero pronta alle recenti sfide sullo sviluppo delle rinnovabili?

I prezzi negativi dell’energia

I produttori energetici delle borse elettriche di tutta Europa si sono offerti di pagare fino a 500 euro per MWh a chiunque accettasse la loro elettricità.

Parliamo di prezzi bassi che sono andati tutti in negativo, e che hanno davvero raggiunto delle cifre record in una situazione in cui le rinnovabili, generando energia tutte insieme, creano un eccesso d’offerta tale da ritrovarsi costretti a perdere parte della corrente prodotta, senza essere in grado di sfruttarla. 

Questa situazione potrebbe dunque spaventare sempre di più gli investitori e frenare la transizione energetica, dimostrando, tra l’altro, l’incapacità dei Paesi Ue di saper gestire lo sviluppo dell’elettricità pulita

Naturalmente, i prezzi emersi sono all’ingrosso e di breve durata, e dunque per i consumatori al dettaglio non c’è alcun modo di trarre vantaggio.

Prezzi ancora più bassi in alcuni Paesi

Alla borsa elettrica croata CROPEX è stata registrata una cifra al di sotto dei 500 euro per MWh, e lo stesso è stato riscontrato anche nei marcati di altri Paesi quali: Austria, Paesi Bassi, Ungheria, Germania e Slovenia.

Cosa fare?

In questa situazione ci si chiede dunque cosa fare. Per degli esperti del settore contattati Balkan Green Energy News, sono necessari mercati e modelli di consumo flessibili per intervenire il prima possibile.

Gli analisti hanno infatti sottolineato che gli stessi dati potrebbero essere confermati nei prossimi fine settimana, quando i consumi diminuiscono a causa della riduzione delle attività economiche. 

Da queste cifre, sembra chiaro come il mercato non sia ancora pronto a sfruttare il vero potenziale delle fonti alternative, nonostante siano ambiziosi gli obiettivi Ue da realizzare, che richiedono però sempre più investimenti ma anche capacità di gestione e accumulo.

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