Nell’aggiornamento del Report “Osservatorio Sistemi Di Accumulo” di ANIE Federazione è stimata una crescita forte delle installazioni degli accumuli di piccola/media taglia sugli impianti fotovoltaici, ritenuta positiva, in quanto contribuiscono ad aumentare la quota di energia autoconsumata e conseguentemente riducono i costi della bolletta.
Osservatorio Anie sui Sistemi di accumulo in Italia nel 2022
In nove mesi sono stati installati quasi 160 mila sistemi di accumulo, durante il 2022, raggiungendo una potenza complessiva di 949 MW e una capacità massima di 1.816 MWh. Sono i nuovi dati raccolti dall’Osservatorio Anie sui Sistemi di accumulo in Italia, che sono sempre caratterizzati da una robusta crescita degli impianti di piccola/media taglia e poco o niente di quelli di taglia più grande.
Risultato, si legge nel commento ai dati Anie, “frutto soprattutto dei meccanismi di cessione del credito e dello sconto in fattura relativi alle detrazioni fiscali del Superbonus 110% e della ristrutturazione edilizia al 50%. In crescita il tasso di installazione di impianti fotovoltaici residenziali equipaggiati con un sistema di accumulo, che passa dal 42% del 2021 al 64% del 2022”.
Durante l’anno in corso, si è stimata una crescita delle installazioni nel terzo trimestre che in media hanno raggiunto le 7.000 unità in più rispetto al precedente.
Durante il 2021 si è registrata una media di 3.000 unità/mese, mentre nel 2022 siamo passati ad una media di 9.400 unità/mese, con un incremento significativo del +220%.
Quasi tutti impianti di piccola taglia, quasi tutti al Nord
Come anticipato, la quasi totalità (93%) dei sistemi di accumulo è di taglia inferiore ai 20 kWh, con una netta prevalenza dei sistemi di capacità compresa tra 5 e 10 kWh (38%) e di quelli con capacità compresa tra 10 kWh e 15 kWh (29%).
Nell’ultimo trimestre, luglio-settembre (Q3), sono stati installati 35.767 accumuli con una media di circa 12.000 unità/mese.
Rispetto all’Osservatorio relativo al secondo trimestre dell’anno, sta aumentando la taglia della capacità di stoccaggio per singolo sistema di accumulo: il range di capacità per accumuli tra 10 e 20 kWh è cresciuta del 4%, di contro quella degli accumuli inferiore ai 10 kWh è diminuita del 4%.
Quasi la totalità (99,9%) dei sistemi è collegato ad impianti fotovoltaici (anche qui quasi totalmente di taglia residenziale).
A livello regionale è la Lombardia ha registrato il primato nazionale, con 34.369 sistemi di accumulo installati per una potenza di 189 MW e una capacità di 366 MWh. Segue il Veneto, con 23.398 sistemi di accumulo, per una potenza di 135 MW e una capacità massima di 284 MWh. Al terzo posto l’Emilia Romagna, con più di 16 mila sistemi, per una potenza di 104 MW e una capacità di 181 MWh.
Analizzando la tipologia di configurazione si conferma lo spostamento delle nuove installazioni verso quelle “lato produzione in corrente continua” rispetto ai periodi precedenti.
Risultato positivo, ma conseguito solo un quarto degli obiettivi Pniec nell’energy storage
Una crescita forte delle installazioni degli accumuli di piccola/media taglia sugli impianti fotovoltaici, ritenuta positiva da Anie, in quanto contribuiscono ad aumentare la quota di energia autoconsumata e conseguentemente riducono i costi della bolletta di energia elettrica, oggi fortemente influenzati dall’elevato prezzo del gas, con dinamiche di formazione dei prezzi determinate dall’elevata domanda a livello mondiale, che secondo il Gas Market Report di IEA continuerà a crescere nei prossimi anni.
“I dati evidenziano che dall’elaborazione della strategia all’implementazione del quadro normativo e soprattutto alla definizione degli strumenti di policy ci sia un certo disallineamento – si legge nel commento al Report – in particolar modo temporale dato che la strategia del PNIEC risale a due anni orsono e solo il 24% dell’obiettivo sui sistemi di accumulo distribuiti è stato conseguito“.
Altro elemento da non sottovalutare, anche per la riuscita della strategia nazionale per l’elettrificazione, la decarbonizzazione e lo sviluppo sostenibile, è l’effetto negativo di ogni cambiamento dei piani in corso d’opera, i cosiddetti “stop & Go”, che mettono a dura prova gli investimenti e la fiducia dei mercati.