Entro l’estate del 2033 si potrebbe accumulare un deficit energetico pari a 17MW, che aumenterà a quasi 100 MW entro l’estate successiva, nel 2034, secondo stime dell’Independent System Operator della città. Se non sarà terminata la nuova rete di trasmissione Champlain Hudson Power Express entro maggio del 2026, i primi problemi si potranno verificare già tra un paio di anni.
New York corre ai ripari, servono nuove reti di approvvigionamento
È la città più popolosa degli Stati Uniti, con 8,2 milion di abitanti, che arrivano a 20 milioni circa, considerando l’intera area metropolitana, ma New York City potrebbe andare incontro a seri problemi di approvvigionamento energetico tra una decina di anni, secondo quanto spiegato dall’Independent System Operator della città.
Si tratta quindi di possibili blackout elettrici su tutta la rete, soprattutto per l’accelerazione impressa all’elettrificazione dei consumi e per l’aumento dei consumi elettrici dei data center.
Secondo le stime presentate dall’operatore di rete della città di New York, nel documento dal titolo “Reliability Needs Assessment del 2024”, entro l’estate del 2033 si sarà accumulato un deficit energetico pari a 17MW, che aumenterà a quasi 100 MW entro l’estate successiva, nel 2034.
La nuova infrastruttura Québec-New York City fornirà energia pulita alla città, ma sarà realizzata in tempo?
In realtà, sempre secondo l’Independent System Operator, se non sarà terminata la nuova rete di trasmissione Champlain Hudson Power Express entro maggio del 2026, i primi problemi si potranno verificare già nella stagione estiva di quell’anno.
L’infrastruttura in questione, lunga 349 miglia, serve proprio a portare maggiori volumi di energia elettrica dal Québec verso New York City. Energia pulita e rinnovabile, stimata in 1.250 MW entro la primavera del 2026.
È uno degli obiettivi climatici e ambientali previsti dal nuovo Climate Leadership and Community Protection Act dello stato di New York, secondo cui la città dovrà essere alimentata al 70% da energia rinnovabile entro il 2030.
Questo consentirà alle case e alle aziende di New York di risparmiare 17,3 miliardi di dollari in 30 anni. Solo nel primo anno di attività a pieno regime si eviteranno 3,9 milioni di tonnellate di emissioni di CO2.
Insieme alla crescita dei veicoli elettrici e all’elettrificazione degli edifici, il deficit è causato dalla legislazione statale approvata lo scorso anno, che richiede alla New York Power Authority di disattivare i piccoli impianti a gas situati nella città e a Long Island, con una perdita stimata in 517 MW.
E poi ci sono i data center
E poi ci sono i data center, che saranno sempre di più e consumeranno sempre una quota maggiore di energia, anno dopo anno. Molti operatori di data center hanno creato data center di livello 3 negli Stati Uniti, tra cui il NY4 di Equinix a New York, situato in 755 Secaucus Road, nel New Jersey.
Tra le principali caratteristiche di un data center tier 3 c’è che l’intera struttura è dotata di diversi percorsi per alimentazione e raffreddamento e di più sistemi di aggiornamento e manutenzione, che non richiedono di metterlo offline. L’uptime previsto è del 99,982% (1,6 ore di downtime annuale).
Il settore bancario, dei servizi finanziari e delle assicurazioni (BFSI) della città di New York ha subito una significativa trasformazione digitale negli ultimi anni.
La maggiore penetrazione degli smartphone e di internet ad alta velocità ha incoraggiato le persone a optare per il digital banking e altri servizi online, solo per fare un esempio, che ha portato anche all’integrazione di potenti strumenti cloud per archiviare e analizzare i dati.
Inevitabili sviluppi della transizione, che genera già oggi (e ancora di più domani) una domanda significativa di data center per l’elaborazione dei dati e di energia per alimentarli.