La ‘Net Zero Roadmap’ dell’International Energy Agency (IEA) per la neutralizzazione globale delle emissioni. A che punto siamo? LEGGI IL REPORT INTEGRALE.
La ‘Net Zero Roadmap’
La ‘Net Zero Roadmap’ definisce un percorso globale per riuscire a mantenere l’obiettivo di 1,5°C, fornendo un’analisi completa su quelli che sono i traguardi già raggiunti, e quelli ancora troppo lontani.
Quest’ultimo aggiornamento riguarda i cambiamenti significativi avvenuti negli ultimi due anni, e che comprendono dunque il post-pandemia, lo sviluppo delle rinnovabili, ma anche gli investimenti fatti sui combustibili fossili.
Date tali circostante, la tabella di marcia dell’International Energy Agency sottolinea che si può ancora arrivare a zero emissioni e limitare il riscaldamento globale, ma solo continuando a scommettere nelle tecnologie chiave per l’energia pulita.
I dati
I dati del report mostrano che, dal 2021, i traguardi raggiunti dal fotovoltaico e dalla vendita di auto elettriche sono in linea con gli obiettivi da soddisfare nei prossimi anni, considerando che da queste fonti green deriva un terzo della riduzione delle emissioni a oggi registrata.
Ma nonostante ciò, serve un’azione ancora più audace in quest’ultimo decennio, con una capacità globale di energia green che dovrà essere triplicata entro i prossimi 7 anni.
La tabella di marcia riconosce infatti l’importanza di promuovere una transizione più equa, che tenga conto delle diverse circostanze nazionali e del capitale necessario.
Per consentire a tutti un accesso più ampio alle moderne forme di energia pulita da qui al 2030, verranno messi in campo investimenti di quasi 45 miliardi di dollari all’anno, secondo l’Agenzia.
Le previsioni future
Sempre revisionando il rapporto, sembrerebbe che le previsioni future siano piuttosto promettenti: la spesa globale per l’elettricità pulita aumenterà da 1,8 trilioni di dollari nel 2023, a 4,5 trilioni ogni anno.
Poi, ci sarà anche un aumento della capacità di energia verde che ridurrà la domanda di combustibili fossili del 25% entro il 2030, e fino all’80% al 2050, generando un calo di gas serra e anidride carbonica del 35% rispetto al massimo storico registrato nel 2022.
Investimenti e cooperazione internazionale
Ma questi scenari saranno possibili solo avendo a disposizione i necessari investimenti e avviando progetti già in programma, spesso bloccati per diverse ragioni legate anche alla burocrazia.
Infine, la relazione sottolinea l’importanza di una cooperazione internazionale più forte, sempre al fine di limitare il riscaldamento globale a 1,5 ºC. e non perdere mai di vista quelli che sono gli obiettivi dei prossimi anni, perché cadere in questi errori potrebbe determinare ulteriori rischi climatici.