Il ‘MED & Italian Energy Report 2023’ evidenzia l’impatto dei fenomeni geopolitici per l’area Euro-Mediterranea, con l’Ue che vanta un uso più efficiente delle risorse energetiche rispetto a Cina e Usa.
LA SINTESI DEL RAPPORTO.
Il rapporto
Il rapporto è frutto del lavoro di SRM, Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo, e dell’ESL@Energy Center del Politecnico di Torino.
L’edizione 2023, presentata al Parlamento europeo, analizza le interazioni tra geopolitica ed energia, sempre con focus sul Mediterraneo.
Ipotizzati anche possibili scenari evolutivi a livello non solo ambientale, ma anche socio-economico, con riferimento alle tecnologie emergenti.
Alla fine emerge che, Cina, USA, Unione Europea ed India rimangono tra i maggiori consumatori di elettricità a livello mondiale, con una percentuale rispettivamente pari al 26%, al 16%, al 10% e al 6%.
Il più alto grado di dipendenza energetica: 55,5%
Lo studio, dal titolo ‘Geopolitics of energy in the Mediterranean area between international crises and new energy commodities’, evidenzia, per esempio, quanto l’Europa stia adottando un approccio più efficiente nell’utilizzo dell’energia green rispetto a Cina e Stati Uniti.
Il problema però è che resta anche l’area mondiale con il più alto grado di dipendenza energetica, del 55,5%.
Massimo Deandreis, Direttore Generale SRM, ha spiegato che, se da un lato l’Ue è riuscita a dimostrare risultati migliori per ciò che concerne consumo energetico e produzione di ricchezza economica, bisogna lavorare di più sull’autonomia, considerando che gli Stati Uniti sono totalmente autosufficienti, e la Cina ha un tasso di dipendenza del 20%.
Mix energetico dell’Europa
Per quanto riguarda il mix energetico dell’Europa, l’uso del carbone è diminuito dal 31% al 16% quest’anno, con le rinnovabili che crescono invece dal 15% al 38%.
Un ruolo importante lo gioca però il gas naturale, in aumento dal 12% al 20%. In particolare poi, sono le importazioni del GNL a registrare alte percentuali, con le forniture dagli USA e dall’Algeria che, tra il 2021 ed il 2023, passano dal 26% al 30%, e dall’11% al 15%.
Il gas naturale liquefatto
Su tale forma di metano liquido, Ettore Bompard, direttore ESL@EnergyCenter del Politecnico di Torino, ha spiegato che rappresenterà il vero ‘game changer’ da qui ai prossimi anni.
Il gas naturale liquefatto infatti, garantisce elevata flessibilità, diversificazione e possibilità di installare rapidamente nuova capacità energetica. Da un altro punto di vista però, può anche non essere economicamente accessibile, considerando i costi più elevati.
Per tale ragione, si cercherà con il tempo di trovare un reale equilibrio tra contratti di lungo termine, per ridurre la volatilità dei prezzi, e contratti spot a breve termine, per consentire flessibilità degli approvvigionamenti.