Entra in esercizio l’elettrodotto a 220 kV che collegherà Italia e Austria.
L’investimento di Terna
Avviato l’elettrodo da 28 km di lunghezza e da 220 kilovolt (kV) che collegherà Italia e Austria, unendo le stazioni elettriche di Glorenza, in provincia di Bolzano, e Nauders, nel Tirolo austriaco.
L’opera permetterà ai due Paesi di aumentare di 300 MW la capacità di interscambio elettrico in importazione, raddoppiando quella attuale e favorendo una maggiore integrazione delle rinnovabili. Il progetto si deve al lavoro e all’investimento di Terna, pari a 80 milioni di euro.
Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale della società italiana, ha spiegato che quest’interconnessione sarà un altro piccolo traguardo per lo sviluppo di una rete elettrica europea sicura, oltre che efficiente.
2 miliardi di euro per il rafforzamento dei collegamenti con l’estero
Inoltre, l’AD ha anche aggiunto che il Piano di Sviluppo decennale dell’azienda prevede di spendere circa 2 miliardi di euro proprio per il rafforzamento dei collegamenti con l’estero, al fine di favorire l’integrazione delle fonti alternative scommettendo anche sulla digitalizzazione, per un importo complessivo di 21 miliardi.
L’obiettivo è anche ridurre la dipendenza dagli altri Stati per ciò che riguarda gli approvvigionamenti, cercando di rendere il sistema più autosufficiente e sostenibile possibile.
L’Italia infatti potrebbe diventare un hub elettrico per tutta l’Europa, rendendola sempre più connessa alle altre Nazioni del Mediterraneo.
L’elettrodotto, i cui lavori sono iniziati nel 2020, servirà dunque non solo per garantire maggiori scambi di elettricità incrementando la qualità e la quantità della fornitura, ma anche per sfruttare l’energia proveniente da altri Paesi a un costo minore.
Il Rapporto di adeguatezza 2023
Proprio sul sistema elettrico italiano, la società ha di recente pubblicato il ‘Rapporto di adeguatezza 2023’, affermando che lo Stivale non è messo affatto male e che, da oggi al 2033, grazie al rilevante aumento delle fonti rinnovabili non programmabili e a una crescita della rete di trasmissione, potrà rinunciare anche a una parte del parco di generazione a gas, con il conseguente calo dell’utilizzo di combustibili fossili.