Comau sta puntando sulle batterie al sodio allo stato solido, cercando di sviluppare degli impianti per produrle su scala industriale.
La scommessa di Comau
La scommessa di Comau sulle qualità delle batterie al sodio allo stato solido è importante per il panorama non solo italiano ma anche internazionale, perché rappresenta il percorso che tutta l’Ue sta compiendo per stare al passo con i tempi e al passo soprattutto con la Cina.
Questo perché in generale parliamo di tecnologie innovative, che si distinguono dalle classiche pile agli ioni di litio e che vengono apprezzate in tutto il mondo per i grandi benefici che offrono: dal 20% al 50% in più di autonomia, e una maggiore densità energetica.
Si tratta dunque di un mercato sempre più in crescita, con diversi ricercatori che stanno studiando come poter utilizzare questi dispositivi nel modo più efficiente, e come poterli far progredire a livello commerciale.
La partnership
Comau vuole riuscirsi, industrializzando questo prototipo di batteria grazie alla partnership avviata con LiNa Energy, azienda leader nelle tecnologie a basso costo che automatizzerà il processo di produzione.
Le 2 realtà infatti lavoreranno insieme per arrivare a un commercio su larga scala nel minor tempo possibile, e stanno adesso progettando il box di lavorazione e valutando gli specifici componenti che andranno poi a costituire la struttura interna dei dispositivi.
La maggiore attenzione è dunque riservata alle celle a base di sodio che, a differenza di quelle al litio, possono garantire un accumulo energetico a prestazioni più elevate, assicurando il massimo dell’efficienza.
Le ambizioni dell’azienda italiana
Proseguono dunque quelle che sono le ambizioni dell’azienda italiana, parte del gruppo Stellantis, per lo sviluppo di batterie di ultima generazione con le quali ottenere risultati migliori.
La società infatti sta aderendo a un progetto europeo chiamato ‘Gigabat’ al fine di supportare la transizione verso la mobilità elettrica, e consolidare una catena del valore per la produzione globale di nuove pile che possano rendere l’Europa sempre più autonoma.