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La tariffa energetica tedesca per superare Cina e Usa  

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La Germania sta pensando di introdurre una tariffa speciale per l’elettricità industriale compresa tra 0,05 e 0,09 euro per chilowattora. L’obiettivo? Aumentare la propria competitività senza farsi sovrastare dalla concorrenza statunitense e cinese.

La nuova tariffa

Dopo due giorni di riunioni riservate del governo tedesco, il ministro dell’Economia e dell’Azione per il clima Robert Habeck ha dichiarato che i vantaggi degli impianti a energia rinnovabile, che producono elettricità a un costo compreso tra 0,05 e 0,09 euro per chilowattora, dovrebbero essere trasferiti alle aziende, in base a criteri geografici. 

È proprio questo che vuole fare il ministero: introdurre una tariffa straordinaria per l’elettricità che possa favorire il passaggio dell’energia dai produttori alle industrie a dei prezzi più bassi e più competitivi. 

Il ministro ha spiegato che, in particolare, sarà l’eolico offshore a fornire un’ampia produzione della quale potranno beneficiare le aziende, attraverso i cosiddetti “contratti diretti di acquisto di energia”. In questo modo, il Paese aspira a diventare uno dei maggiori competitor per Stati Uniti e Cina.

Il gap con Cina e Usa 

Questa mossa della Germania arriva come risposta alle pressioni esercitate dall’IRA americana, la legge di Biden a favore della ripresa economica e della lotta al cambiamento climatico, e ai prezzi più bassi dell’elettricità in Cina

In generale, tutta l’Europa è consapevole di vivere un gap profondo rispetto ai suoi competitor su tutto ciò che riguarda la transizione green. Entro i prossimi sette anni, secondo il piano industriale della Commissione Europea Net-Zero, la produzione nell’Ue dovrà essere in grado di soddisfare almeno l’85% della domanda per l’eolico, il 60% per le pompe di calore, l’85% per le batterie, il 50% degli elettrolizzatori e solo il 40% per i pannelli solari.

La bassa ambizione riservata al fotovoltaico testimonia come l’Ue sia troppo indietro rispetto a Cina e Usa su questo settore, soprattutto rispetto a Pechino che produce più del 70% di energia solare su scala mondiale.

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