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La prima batteria al mondo che sfrutta la C02 per potenziare le rinnovabili

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Energy Dome è la prima società al mondo ad aver ideato una batteria che sfrutta le proprietà dell’anidride carbonica per alimentarsi e accumulare energia a basso costo. 

La batteria C02

Energy Dome è una start up giovane che si trova a Milano ed è stata la prima al mondo a brevettare una tecnologia in grado di distribuire energia eolica e solare utilizzando una batteria C02. La prima è già stata costruita in Sardegna l’estate scorsa, nei pressi di una zona industriale che ha consentito di sfruttare una rete elettrica preesistente necessaria per costruire l’impianto, in una delle regioni italiane con la maggiore produzione di anidride carbonica

Per Claudio Spadacini, il progettista che ha fondato la società, l’obiettivo è quello di potenziare l’utilizzo delle energie rinnovabili riducendo la dipendenza da combustibili e utilizzando dei componenti che già esistono sul mercato e sono facilmente reperibili in tempi brevi.

Come funziona

La batteria C02 utilizza le proprietà dell’anidride carbonica, che viene prima raccolta dall’ambiente in forma gassosa per immagazzinare l’energia prelevata dalla rete elettrica, idealmente da rinnovabili. Si tratta di un sistema di accumulo termodinamico, a differenza di quelli maggiormente diffusi a livello commerciale.

In fase di carica, la tecnologia assorbe energia dalla rete, che sia un campo solare o eolico, per comprimere la CO2 a temperatura ambiente e stoccarla allo stato liquido immagazzinando il calore generato dalla compressione. Questo poi, dopo esser stato raccolto, viene ceduto dall’anidride carbonica e infine, evaporando, aziona una turbina che produce energia elettrica.

Le caratteristiche 

Utilizzare una batteria del genere offre tantissimi vantaggi. Oltre che rappresentare un modo per promuovere la transizione circolare e l’utilizzo di fonti alternative, garantisce anche un’alta efficienza, restituendo alla rete il 75% di quanto stoccato. 

Inoltre, può anche essere un’alternativa più pratica alle tradizionali soluzioni di stoccaggio basate su litio o cobalto, perché, considerando che non è necessario l’approvvigionamento di materiali particolari o provenienti da terre rare, è possibile costruirla quasi ovunque. 

Con un progetto così non solo è possibile abbandonare le fonti fossili in favore di quelle rinnovabili, ma è possibile compiere una transizione energetica investendo meno risorse finanziare di quelle previste. 

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