La nuova batteria zinco-aria sperimentata dai ricercatori del Politecnico di Zurigo. Come funziona?
Batteria zinco-aria
Nella classica batteria zinco-aria c’è un catodo a ossigeno atmosferico e un anodo di zinco.
Di solito, in questo tipo di pile, i problemi derivano dall’elettrolita acquoso che, quando attraversato da cariche elettriche, tende a produrre idrogeno gassoso che riduce l’efficienza e aumenta la pressione interna.
Inoltre, lo zinco metallico che si riforma non si distribuisce in modo omogeneo nell’anodo, ma forma degli aghi che, se lasciati crescere, arrivano a toccare il catodo causando possibili cortocircuiti.
Le scoperte dei ricercatori
Le scoperte dei ricercatori del Politecnico di Zurigo hanno sottolineato come, ciò che non va, è la strategia usata finora per contrastare la formazione di idrogeno e di aghi metallici, cioè arricchire l’elettrolita di alte concentrazioni di vari elementi quali cloruri e fluoruri di zinco.
Così il team svizzero, mettendo in pratica ciò che era stato suggerito dal computer, ha realizzato un dispositivo con una bassa concentrazione di acetati di zinco e litio che impedisce la formazione di aghi e permette il rapido movimento degli ioni all’interno della pila.
I vantaggi
Quali i vantaggi? Lo zinco è un minerale molto più economico e comune che, reagendo con l’ossigeno dell’aria, permette di avere una capacità per unità di peso decisamente doppia rispetto a quella garantita da altre tecnologie tradizionali al litio.
Inoltre, una batteria come questa potrebbe anche essere più sicura considerando che l’elettrolita può essere a base d’acqua, senza avere dunque quei solventi organici infiammabili pericolosi.
Per adesso, l’esperimento è stato provato solo su piccola scala, ma l’ambizione è quella di dar vita il prima possibile a una pila super efficiente e pronta per l’uso industriale.