Procede a ritmo serrato l’avanzata di Pechino nel campo dei Bess (Battery energy storage system), i sistemi di stoccaggio energetico a batteria, che diventano sempre più imponenti. Tra i casi recenti c’è l’impianto inaugurato da Datang Hubei Energy Development nella provincia di Hubei.
Alternativa al litio priva di minerali critici
Un maxi impianto che, ad oggi, può essere considerato la più grande centrale di accumulo a ioni sodio a livello globale. L’installazione, che rientra nella prima fase di un progetto ancora più vasto, può contare su una potenza di 50 MW e una capacità di storage pari 100 MWh. Restando sui numeri, il sistema è formato da 42 container che custodiscono moduli batteria forniti dalla cinese HiNa Battery Technology ed è contraddistinto da una stazione di trasformazione da 110 kV.
E, fermo restando che l’intento finale del gruppo Datang Hubei Energy Development è di toccare quota 200 MWh, già attualmente l’impianto di Hubei supera (di molto) il Bess – Battery energy storage system – a ioni sodio da 10 MWh complessivi (ma lì l’obiettivo dichiarato è di toccare, a pieno regime, quota 100 MWh) avviato a maggio nel Guangxi dalla China Southern Power Grid, sezione Energy Storage.
Ma procediamo con ordine. Partendo, però, da un presupposto: rispetto alle batterie agli ioni di litio, le riserve di materie prime delle batterie agli ioni di sodio – che funzionano praticamente nella stessa maniera di quelle al litio ma con il vantaggio di impiegare materiali non critici – sono abbondanti, facili da estrarre, a basso costo e con migliori prestazioni a ridotte temperature. Ragione per cui presentano lampanti benefici per l’accumulo di energia su larga scala. E Pechino (che continua a registrare tensioni con l’Ue a causa dei dazi sui veicoli elettrici) lo sa benissimo.
Vola la capacità dell’energy storage stazionario
Un aspetto che non può essere sottovalutato: in Cina la capacità dell’energy storage stazionario sta decollando. Nell’ambito del 14° piano quinquennale (che stabilisce i principali obiettivi e le priorità di politica economica del Paese, indicando anche le priorità di politica economica estera e fornendo una serie di indicazioni ai governi locali in merito alla tipologia di progetti di investimento da attuare in futuro), il Consiglio di Stato cinese ha definito un obiettivo nazionale 30 GW di accumuli non idroelettrici entro il 2025.
Ma la crescita non accenna a rallentare (tutt’altro): è sufficiente riflettere sul fatto che la Cina – Paese che, a più ampio raggio, sta investendo sulle rinnovabili e, in particolare, su solare ed eolico. Con la statale Dongfang Electric Corporation (DEC) che ha completato l’installazione di un primo aerogeneratore da 18 MW – ha integrato 21,5 GW / 46,6 GWh di nuove installazioni di accumulo nel 2023. La tecnologia predominante è quella delle batterie a ioni di litio, ma si stanno velocemente facendo largo (appunto) anche le batterie a ioni sodio, di flusso oppure a volano.
Primo sito di stoccaggio “utility scale” nel Paese
Lo abbiamo già scritto: ad oggi la centrale di accumulo a ioni sodio inaugurata da Datang Hubei Energy Development nella provincia di Hubei supera di netto il Bess a ioni sodio da 10 MWh che ha preso il via, lo scorso maggio, nel Guangxi dalla China Southern Power Grid Energy Storage. Quest’ultimo è composto da 22mila celle da 210 Ah per 10 MWh complessivi.
In questo caso, le celle agli ioni di sodio riescono a ricaricarsi al 90% nell’arco di 12 minuti (dato particolarmente allettante per il settore automotive). Senza dimenticare che l’intero progetto riuscirà a fornire – ogni anno – 73 GWh di energia pulita, arrivando a coprire il fabbisogno elettrico di 35mila clienti residenziali.