Terna ha presentato il Piano di Sviluppo 2025 per rinnovare la rete elettrica nazionale e integrarla con le rinnovabili, con più di 23 mld di euro da investire nei prossimi dieci anni. Come da progetto operativo, entro il 2030, dovrebbero essere operative Tyrrhenian Link, Adriatic Link, il collegamento tra Sardegna, Corsica e Toscana e il ponte energetico tra l’Italia e la Tunisia.
Prospettive decennali
Terna ha presentato il Piano di Sviluppo 2025, con un progetto di rinnovamento della rete elettrica nazionale e nell’ottica di un più completa integrazione di questa con le rinnovabili. La società operatrice italiana s’impegnerà – nell’arco dei prossimi due lustri – ad investire oltre 23 mld di euro, con un aumento del 10% rispetto al precedente Piano.
Efficienza, sostenibilità, decongestionamento locale e prospettive geo-economiche, sono tutte ‘parole chiave’ nella descrizione del progetto. Si punterà infatti ad intervenire sul mercato interno, in sostegno della domanda. E al contempo, anche sulle relazioni economiche ed energetiche con altri Paesi.
Secondo le stime di Terna, l’insieme degli interventi porterebbe all’incremento della capacità di scambio di energia tra zone di mercato, raggiungendo circa 39 Gigawatt (GW) rispetto agli attuali 16 GW. L’aumento, in questi termini, sarebbe del 22% rispetto alle quote del precedente Piano.
Il cambiamento nei numeri
Nelle direttrici con l’estero, si è deliberata una maggiorazione della capacità di trasporto con l’estero di circa il 40% in confronto ai valori attuali. In virtù dei futuri progetti di interconnessione elettrica, la prospettiva è quella di aumentare l’affidabilità e la sicurezza della rete. Una dinamica, quest’ultima, in linea con le necessità contemporanee della politica energica.
Dall’altro lato, continuerà l’impegno della Terna per una riduzione complessiva delle emissioni di anidride carbonica (CO2). E nel dettaglio, fino all’incirca a quota 2.000 kt/anno e fino a 12.100 kt/anno entro il 2040. Si tratta di un miglioramento del 2,5% rispetto al Piano di Sviluppo precedente.
Interventi e Interconnessioni
L’architettura di rete – così come da presentazione – seguirà alcuni riferimenti temporali, con alcuni lavori che dovrebbero essere ultimati al 2030 e poi al 2034. Da questo punto di vista, la maggioranza degli interventi previsti in esercizio entro il 2030 ha ottenuto l’autorizzazione o è già in fase di autorizzazione. Tra questi figurano le principali opere infrastrutturali dell’azienda.
Si parte dal Tyrrhenian Link, il collegamento a corrente continua ad alta tensione (HVDC) sottomarino a 500 Kilovolt (kV) che unirà la Sicilia alla Campania e alla Sardegna. Questa opera dovrebbe trovare il proprio completamento entro il 2028.
In secondo luogo, l’Adriatic Link. Un altro esempio di collegamento HVDC, ma tra Abruzzo e Marche. La sua capacità da 1.000 Megawatt (MW) di potenza lavorerà lungo una struttura di 250 chilometri (km), di cui 210 km sottomarini. L’entrata in esercizio è prevista per il 2029.
Nel progetto, presente anche la connessione tra Bolano e Annunziata. Autorizzato a settembre 2024, l’elettrodotto sottomarino in corrente alternata a 380 kV unirà la Sicilia e la Calabria. Incrementerà inoltre fino a 2.000 MW la capacità di interconnessione tra la Sicilia e il Continente. C’è poi l’elettrodotto a 380 kV tra Colunga e Calenzanoche, per 84 km tra le Province di Bologna e Firenze.

Prospettive più ampie
Entro il 2034, invece, il Piano di Sviluppo 2025 di Terna ha definito altri progetti infrastrutturali, collegamenti e elettrodotti.
In questo comparto, l’elenco ha proposto il Milano-Montalto, un elettrodotto in corrente continua con una tensione massima di 525 kV e una capacità di 2.100 MW. Farà da ponte tra Lazio e Lombardia, passando per Toscana, Liguria e Emilia-Romagna, per circa 500 km, di cui un tratto marino e uno aereo.
Il Central Link ha previsto la ricostruzione, sul medesimo tracciato, degli elettrodotti a 220 kV tra Umbria e Toscana. Fungerà da collegamento tra le stazioni elettriche di Villavalle (Terni) e Santa Barbara (Arezzo).
Tra Sud, Centro e Nord, la Dorsale Adriatica. In questo caso si tratta di un collegamento in corrente continua tra Foggia e Forlì, a garanzia del rafforzamento del corridoio adriatico. L’ottica, in questi termini, sarà rafforzare la capacità di scambio.
Il progetto Montecorvino-Benevento costruirà un nuovo collegamento a 380 kV tra le aree di Montecorvino e Benevento. Nel dettaglio, previsto il passaggio per la Stazione Elettrica a 380 kV ‘Avellino N.’ e l’adeguamento delle stazioni a 380 kV di Montecorvino e Benevento.
Stazioni, funzionali alla costruzione e all’esercizio del nuovo elettrodotto. In questo caso, si proverà a sfruttare tutte le possibili sinergie con corridoi e infrastrutture esistenti. La prospettiva sarà avere maggiore affidabilità, per favorire l’integrazione in sicurezza della nuova generazione rinnovabile e della sua implementazione all’interno del sistema di rete.

Il valore delle aree
Contestualmente, nelle direttive della Terna, si è posta la centralità alla realizzazione delle infrastrutture. Questo, nella misura in cui le stesse fungano da vettore, con l’obiettivo di aumentare il livello di sicurezza della rete e la capacità interna alle medesime zone.
Sono interventi che “favoriscono lo scambio di energia all’interno della stessa zona di mercato, funzionali all’integrazione delle fonti rinnovabili e alla risoluzione delle congestioni di rete a livello locale”. La valorizzazione di questo comparto, nel Piano di Terna, riguarderà tre collegamenti a 380 kV in Sicilia (Chiaramonte Gulfi-Ciminna, Caracoli-Ciminna e Paternò-Priolo) e uno in Lombardia (Milano-Brescia).
I dati e la geografia
Segnatamente alla gestione delle richieste di connessione alla rete in alta tensione, principalmente sono arrivate al sud e nelle isole. Su queste basi, Terna ha costruito una visione sistemica delle future evoluzioni degli impianti rinnovabili e dei sistemi di accumulo. Così facendo, la società potrà realizzare uno sviluppo sinergico delle infrastrutture e garantire la massima efficienza nella realizzazione delle opere di rete.
Secondo i dati di Terna – al 31 dicembre 2024 – sono risultati 348 GW di richieste di connessione per impianti rinnovabili. Di questi, 152 GW di solare, 110 GW di eolico onshore e 86 GW di eolico offshore e 277 GW per sistemi di accumulo.
Sono numeri che hanno evidenziato un superamento ampio del fabbisogno nazionale individuato dal Documento di Descrizione degli Scenari 2024 Terna-Snam e dagli obiettivi nazionali. A conferma del valore che il ‘Sistema Paese’ Italia ha sviluppato per le varie opzioni di investimento.
Questo, anche grazie a meccanismi legislativi di sostegno alla realizzazione di impianti a fonti rinnovabili e ad una regolamentazione, volta all’incentivazione del suo sviluppo.