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Idrogeno verde, i moduli solari tandem per l’elettrolisi

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Sulla produzione di idrogeno verde si lavora ormai in tutto il mondo, con nuove tecniche sperimentate a livello mondiale. Un gruppo di ricercatori tedeschi sta progettando un modulo solare tandem dedicato esclusivamente alla scissione delle molecole d’acqua in ossigeno e H2.

Il progetto Neo-PEC

Un gruppo di ricercatori di Francoforte sta lavorando al progetto Neo-PEC. Si tratta di un nuovo approccio per ottenere idrogeno pulito che potrebbe superare gli elettrolizzatori tradizionali, ma su cosa si basa?

Parliamo di un modulo solare tandem che sfrutta solo l’energia fotovoltaica per ottenere il carburante in modo green e altamente efficiente. Tutto ciò, mediante l’uso di celle fotoelettrochimiche dedicate esclusivamente alla scissione delle molecole d’acqua in ossigeno e H2.

Secondo il team di esperti, con una superficie di 100 metri quadrati è possibile produrre oltre 30 kg di combustibile per modulo, e dunque un quantitativo importante per le ambizioni future sullo sviluppo del settore.

I limiti

Tuttavia, esistono limiti da dover ancora superare. Per quanto riguarda le celle per esempio, più aumenta la superficie più cresce la resistenza, e tutto ciò influisce negativamente sul sistema.

Il modello progettato dai ricercatori tedeschi sembrerebbe però essere equilibrato, in quanto stabile, robusto e significativamente più grande ed efficiente di altre soluzioni nate per lo stesso intento.

In che modo il progetto Neo-PEC potrà contribuire allo sviluppo del settore? Questo lo scopriremo nel tempo. Di certo si tratta di un’innovazione originale trattandosi di una sorta di pannello fotovoltaico pensato per l’idrogeno, così come dichiarato dagli accademici di Francoforte.

Il funzionamento

Tutto il funzionamento del modulo e l’energia ottenuta dipendono dunque dalla conversione dell’irraggiamento solare destinata unicamente al processo di elettrolisi. La cella tandem, perfezionata in laboratorio, prevede un doppio strato costituito o da vetro o dal cosiddetto ‘float glass’, ovvero una lastra realizzata facendo galleggiare vetro fuso su un letto di metallo altrettanto fuso.

L’iniziativa comunque, avviata tre anni fa, ha visto un impegno considerevole nello studio di materiali semiconduttori a elevata purezza, e lavorando su queste risorse sarà possibile migliorare notevolmente le performance generando così carburante verde senza emettere emissioni e sfruttando tutti i benefici dei raggi solari.

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