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IA, nemica o amica della sostenibilità e transizione energetica?

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L’intelligenza artificiale è al centro di un dibattito internazionale per quel che concerne l’energia e la sostenibilità. Per alcuni, rappresenta una vera opportunità per accelerare una transizione ancora troppo lenta, per altri invece è pericolosa in vista di quelle che sono le prossime ambizioni green.

Le preoccupazioni

Sono numerose le preoccupazioni sugli effetti e le conseguenze dell’Intelligenza Artificiale, e questo vale per diversi aspetti che riguardano anche l’energia e la sostenibilità. L’IA infatti, secondo alcuni esperti potrebbe non solo aggravare la disinformazione in senso generico, ma anche rappresentare un ostacolo per la transizione.

Le ragioni sono diverse, e sono legate per esempio alla quantità di acqua richiesta dalla potenza di calcolo e dalle moderne apparecchiature.

Di recente infatti, il Financial Times ha riportato le proiezioni accademiche secondo le quali, lo sviluppo del Machine Learning, potrebbe necessitare di circa la metà dell’acqua consumata dal Regno Unito in un anno. È per questo motivo che, in tutto il mondo, tante comunità stanno iniziando a opporsi alla costruzione di nuovi data center.

L’idroelettrico

L’acqua non è solo il bene più prezioso che ci sia sul Pianeta, ma rappresenta anche la base di una delle rinnovabili più diffuse a livello globale, ovvero l’idroelettrico. Con il passare degli anni infatti, si sta tentando di realizzare impianti sempre più efficienti e a basso impatto ambientale. In tale quadro però, crisi idriche e siccità potrebbero rendere tutto questo sempre più complicato.

Ma sempre in campo energetico, l’IA potrebbe creare ulteriori problemi anche per il grande consumo che richiede per il suo funzionamento, per non parlare di tutti i materiali necessari per realizzare le innovative tecnologie come il cemento, l’alluminio, le terre rare e il litio, con una domanda in aumento ma con poca disponibilità.

L’e-waste

Altra preoccupazione sull’uso dell’intelligenza artificiale riguarda l’e-waste, ovvero la raccolta di rifiuti elettronici che rappresentano ormai un fenomeno in continua crescita a livello globale.

Se non riciclate come si deve, queste sostanze chimiche possono contaminare le discariche ed entrare nella rete idrica, provocando dunque gravi per l’ambiente e per la salute dell’uomo. Progettare sempre più server e chip dunque, potrebbe aggravare tale problematica, lasciando dietro di sé un’enorme quantità di apparecchiature usate, anche se non tutti la pensano così.

Le minacce

È chiaro dunque che per molti le minacce legate allo sviluppo delle moderne tecnologie riguardano l’esaurimento della rete energetica, nonché il prosciugamento delle riserve di acqua potabile.

Lo stesso Sam Altman, fondatore di Open AI, ha ammesso a Davos che l’IA non solo consumerà molta più energia del previsto, ma metterà anche a dura prova le nostre reti elettriche, creando una situazione che potrebbe anche diventare insostenibile.

I dubbi

Le domande sul tema sono davvero tante, così come i dubbi: le crescenti innovazioni saranno un supporto alla decarbonizzazione o la ostacoleranno?

C’è chi sostiene che il progresso in tale ambito promuoverà l’efficienza energetica, ottimizzando la gestione delle risorse naturali e consolidando anche l’agrivoltaico, ma il mondo sarà in grado di affrontare tutte le sfide legate all’utilizzo della IA in determinati settori?

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