Roma, 22/11/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Grazie alle tecnologie pulite si stima un risparmio annuo di 16 miliardi di tonnellate di combustibili fossili. Il Report Tesla

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Ogni anno dal sottosuolo terrestre vengono estratte 68 miliardi di tonnellate di materiali. Il 25% del totale, circa 18 miliardi di tonnellate, sono la quota rappresentata dai combustibili fossili, 3 miliardi di tonnellate circa sono invece relative alle materie prime critiche necessarie alla transizione green (si stimano 3 gigatonnellate extra di estrazione mineraria all’anno). Perché è importante accelerare sulla transizione green secondo l’Impact Report 2023 di Tesla.

L’Impact Report 2023 di Tesla

Secondo dati del World Economic Forum, l’accelerazione dei cambiamenti climatici potrebbe determinare un aumento globale di decessi entro la fine del 2050, stimati in 15 milioni circa. I fenomeni atmosferici più estremi, esacerbati dalle rapide variazioni degli assetti climatici a livello planetario, potrebbero invece causare danni economici attesi attorno ai 12,5 trilioni di dollari.

A questi numeri ne andrebbero aggiunti molti altri, tra cui 1 trilione di dollari circa per spese sanitarie (tra cui le nuove epidemie/pandemie direttamente causate dall’estremizzazione climatica). Stando a recenti dati diffusi dal rapporto The Lancet Countdown in Europe 2024, nell’arco di 30 anni – dal 1990 al 2022 – si è infatti registrato un graduale aumento del 9% dei decessi legati al caldo, e tale aumento tocca l’11% nell’Europa meridionale, inclusa l’Italia, con una crescita del 41% del numero di giorni di caldo estremo.

Tutti motivi validi per correre ai ripari e rapidamente. Al centro dell’indagine scientifica su scala mondiale il primo imputato, al netto dei processi naturali, rimane ovviamente l’uomo e le sue attività economico-industriali. Per questo, l’obiettivo resta, per il 2050, quello di raggiungere la cosiddetta “carbon neutrality”, cioè ridurre ed evitare le emissioni a effetto serra, compensando quelle restanti attraverso l’uso dei cosiddetti crediti di carbonio.

La prima cosa da fare è quindi ridurre al massimo le nostre emissioni di gas serra, ritenute colpevoli del surriscaldamento globale e in grado di interagire negativamente con il clima. Secondo l’Impact Report 2023 pubblicato da Tesla, “se il mondo passasse completamente alle tecnologie pulite, si eviterebbero oltre 16 miliardi di tonnellate di combustibili fossili estratti ogni anno”.

L’elettrificazione per ridurre i consumi

Stando al documento, ogni auto elettrica Tesla sulla strada consentirebbe di risparmiare quasi 50 tonnellate di emissioni e allo stesso tempo di ammortizzare le emissioni aggiuntive derivanti dal processo di produzione entro i prossimi tre anni.

Ogni anno dal sottosuolo terrestre vengono estratte 68 miliardi di tonnellate di materiali. Il 25% del totale, circa 18 miliardi di tonnellate, sono la quota rappresentata dai combustibili fossili, 3 miliardi di tonnellate circa sono invece relative alle materie prime critiche necessarie alla transizione green (si stimano 3 gigatonnellate extra di estrazione mineraria all’anno).

Il completamente della transizione aiuterebbe comunque le politiche ambientali e climatiche perché ci consentirebbe di ridurre l’estrazione globale di materie prime dal sottosuolo di un 22% circa all’anno.

Riguardo alle materie prime critiche di cui l’elettrificazione ha bisogno per procedere a passo spedito, altri studi suggeriscono che la capacità di riciclaggio supererà l’offerta di batterie per veicoli elettrici a fine vita di ben 4 a 1 entro il 2030.

Nel suo sito di lavorazione principale in Nevada, Redwood ricicla ogni anno l’equivalente di 250.000 batterie per veicoli elettrici a fine vita

Transizione energetica, quanto mi costi?

Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, sanciti dalla COP26 di Glasgow, lo strumento principale è la transizione energetica, cioè il passaggio da un mix energetico centrato sui combustibili fossili a uno a basse o a zero emissioni di carbonio, basato sulle fonti rinnovabili.

Un grande contributo alla decarbonizzazione dovrebbe arrivare dall’elettrificazione dei consumi, rimpiazzando l’elettricità prodotta da fonti fossili con quella generata da fonti rinnovabili, che rende più puliti anche altri settori, come i trasporti, e dalla digitalizzazione delle reti, che migliora l’efficienza energetica.

Non tutti sono d’accordo su questo e una fetta rilevante delle principali attività industriali, soprattutto le più energivore, non sembrano disposte ad accettare il cambiamento di paradigma insito nella transizione.

La transizione certamente ha un costo. La società di consulenza McKinsey ha affermato in recente studio che la spesa per i sistemi energetici e di uso del ‌suolo avrebbe richiesto una spesa di circa 9,2 trilioni di dollari all’anno, tra il 2021 e il 2050. Se così fosse, parliamo di un aumento annuale di circa 3,5 trilioni di dollari.

Cifre enormi, ma di poco conto se confrontate con quanto spediamo in combustibili fossili ogni anno: solo nel 2022 i costi hanno superato i 7 trilioni di dollari.

Non solo costi

Secondo il report Building Competitive Advantage with A People-First Green Business Transformation” di ManpowerGroup, la transizione ambientale si stima creerà oltre 30 milioni di posti di lavoro di qui al 2030, a livello globale.

In Europa, a seguito dei risultati delle elezioni di giugno, in molti si attendono una revisione del Green Deal. Fatto che di per sé limiterebbe gravemente le potenzialità di crescita e innovazione legate alle tecnologie pulite.

Un rischio che l’Europa dovrebbe guardarsi dal correre, perché un ulteriore ritardo nel percorso di decarbonizzazione farebbe perdere significativi livelli di competitività alle imprese del vecchio continente, soprattutto nei confronti di Cina e Stati Uniti.

Giornalista

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