Roma, 16/04/2025 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Gas e carbone alimenteranno la corsa all’AI. L’Energy Outlook 2025 di BloombergNEF

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Il nuovo Energy Outlook 2025 lancia l’allarme: la crescita dei data center alimentati da fonti fossili potrebbe ostacolare la transizione energetica globale.

L’espansione dell’AI si baserà su gas e carbone

L’intelligenza artificiale è il motore del futuro, ma potrebbe diventare anche uno dei suoi più grandi ostacoli. Secondo il nuovo Energy Outlook 2025 di BloombergNEF, nei prossimi dieci anni l’espansione dell’AI si baserà ancora in larga parte su gas naturale e carbone, con Stati Uniti e Cina in prima linea tra i responsabili di questo potenziale disastro ambientale.

Emissioni energetiche in calo? Solo sulla carta

Il report segnala che nel 2024 le emissioni globali di CO₂ legate all’energia hanno probabilmente raggiunto il loro picco storico. Una notizia che, in teoria, dovrebbe segnare una svolta nella lotta al cambiamento climatico. Ma la realtà si presenta più complessa.

L’aumento esponenziale della domanda energetica causata dalla costruzione di nuovi data center, necessari per sostenere lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, rischia di rallentare (o addirittura invertire) il calo previsto delle emissioni. Entro il 2035, ben due terzi dell’elettricità aggiuntiva richiesta potrebbe provenire ancora da fonti fossili.

I data center alimentano il cambiamento climatico

I nuovi data center, sottolinea Bloomberg, potrebbero prolungare la vita delle centrali a carbone e gas, contraddicendo le promesse di sostenibilità delle grandi aziende tech. La domanda globale di energia sta crescendo rapidamente, trainata proprio dalla corsa all’AI. E le energie rinnovabili, da sole, non riusciranno a tenere il passo.

Il paradosso dell’AI “green”

Mentre il settore tecnologico si dichiara sempre più impegnato nella transizione ecologica, il fabbisogno energetico dell’AI potrebbe vanificare gli sforzi in corso per diversificare le fonti di approvvigionamento. L’apparente contraddizione è evidente: nel 2024 potremmo assistere al primo calo strutturale delle emissioni energetiche, ma la crescita dei data center rischia di neutralizzare questo progresso.

3,5 gigatonnellate di CO₂ in più entro il 2035

Secondo BloombergNEF, la crescente richiesta energetica per il calcolo avanzato genererà circa 3,5 miliardi di tonnellate di CO₂ in più entro il 2035, l’equivalente del 10% delle emissioni globali attuali. I maggiori responsabili? Gli Stati Uniti e la Cina, che concentrano i più grandi hub di calcolo e le principali operazioni legate all’intelligenza artificiale.

Negli USA, la domanda di energia dei data center passerà dal 3,5% all’8,6% del totale entro il 2035. In cima alla lista dei giganti del settore troviamo Amazon, con quasi 3 GW di capacità attuale e altri 12 GW in fase di sviluppo. Seguono Microsoft, Meta e Google.

Rischio climatico: verso un aumento della temperatura di 2,7°C

Le prospettive climatiche restano preoccupanti. Se non verranno adottate nuove politiche ambientali, la temperatura media globale salirà fino a 2,6°C entro il 2100, con il rischio concreto di toccare i 2,7°C. Questi scenari si basano sul cosiddetto “economic transition scenario” elaborato da BNEF, che tiene conto dell’evoluzione tecnologica ma non prevede nuovi interventi normativi.

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