Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha intenzione di investire 4 miliardi di euro sulla green energy africana.
Progetti rinnovabili da avviare nel Continente entro il 2030
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha accolto diversi leader in occasione del vertice del G20 Compact with Africa, incontro organizzato come parte delle strategie del G20 per rafforzare i rapporti con il Continente.
Presenti anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro olandese Mark Rutte.
Le intenzioni di Berlino sono ben precise: scommettere su progetti rinnovabili da avviare nel Continente entro il 2030, con l’obiettivo di rafforzare anche l’import di idrogeno nel mercato comunitario e colmare il crollo delle forniture russe.
L’Europa infatti è in ritardo sugli investimenti nel territorio, dal momento che Pechino persegue già da decenni i propri interessi commerciali qui.
Le parole di Scholz
Nell’occasione, le parole di Scholz sono state chiare: “l’Africa è un partner fondamentale, con risorse di gas e un enorme potenziale offerto dalle fonti alternative”.
Anche il presidente della Commissione dell’Unione africana, Moussa Faki Mahamat, ha sottolineato le grandi opportunità del territorio, aperto non solo alla presenza già costante della Cina, ma anche verso altri partenariati.
Lavorare l’H2 verde
La Germania sa bene che lavorare l’H2 verde potrebbe consentire una produzione a zero emissioni di prodotti industriali importanti come acciaio, cemento o fertilizzanti, oltre che ricavarne dell’ammoniaca che potrebbe rivoluzionare il trasporto aereo e marittimo.
D’altra parte, investire in Africa permetterebbe al Continente stesso di fornire idrogeno su larga scala a un prezzo competitivo di circa 2-3 dollari al chilogrammo, rispetto ai 5-9 dollari dell’Europa.
Una mossa strategica per tutta l’Ue
La decisione presa da Berlino rappresenta comunque una mossa strategica per tutta l’Ue, che si era già mostrata pronta a investire 3,4 miliardi di euro sotto forma di sussidi per il territorio africano, nell’ambizione di arrivare a una produzione di 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile entro il 2030, importandone la stessa quantità.
Sui passi in avanti che dovrà compiere l’Unione, molto indietro rispetto alla Cina, il governo tedesco è però fiducioso, sostenendo che l’approccio cooperativo autoproclamato dall’Europa finirà per superare l’offerta di Pechino gettando i semi di una partnership ancora più forte.