La produzione di energia termoelettrica, in Cina, sta conoscendo un’importante fase di espansione come hanno dimostrato i dati relativi all’ultimo mese di Settembre.
Il valore dei numeri
Il mese di Settembre 2024, per l’energia termoelettrica (Thermal Power) in Cina, ha rappresentato un importante capitolo. Dallo sfruttamento del calore prodotto, infatti, è possibile generare nuova elettricità creando un sistema virtuoso.
La Reuters, in tale ottica, ha riportato i dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica (NBS). Nel confronto tra il Settembre 2023 e la stessa mensilità del 2024, si è registrato un aumento nella produzione di energia termica pari all’8,9%, per un totale di 545,1 mld di chilowattora (kWh). A contribuire, sono state soprattutto le centrali a carbone, nonché alcune alimentate a gas.
In ogni caso, sebbene al netto degli specifici volumi, il processo si è inserito all’interno di una tendenza ben delineata. In tutta la Cina, infatti, i consumi hanno sostenuto la domanda di elettricità, la cui dimensione è andata espandendosi. Analizzando la produzione da tutti le fonti, la maggiorazione è stata del 6%, ossia 802,4 mld di kWh.
I margini di allocazione delle risorse
L’idea di utilizzare, senza disperderlo, il calore generato da una fonte primaria, per rimovimentare una turbina a vapore è un metodo dagli ampi margini di implementazione. Importanti, per altro, le sue implicazioni di carattere geo-economico.
Per un Paese che soddisfa una quota rilevante dei propri fabbisogni ricorrendo alle importazioni estere, il recupero e la riconversione del calore pongono in essere due virtù particolari. In primo luogo, la possibile creazione di nuove catene nazionali del valore. Contemporaneamente, si accorcerebbero le filiere produttive energetiche. Inoltre, ci sarebbero potenziali benefici anche sulla bilancia commerciale.
Nei primi nove mesi dell’anno, la produzione di energia termica è aumentata dell’1,9% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 4,74 trilioni di kWh. Al contempo, quella complessiva di energia – se confrontata con il 2023 – è aumentata del 5,4%. Un capitolo a parte, poi, è quello destinato al calore da rinnovabili, pari – al 2022 – al 22,6% della quantità complessiva (dati IEA).
È evidente, dunque, che un gigante energivoro quale lo Stato cinese continuerà a condizionare la domanda globale e i mercati di settore. Questo, ovviamente, considerando anche i notevoli progressi effettuati in materia di fonti ‘verdi’, a livello della riduzione delle emissioni di anidride carbonica (CO₂).