Roma, 21/11/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

L’Italia è il Paese Ue meno autosufficiente, dipendente per il 73,5% a livello energetico. Il Report 

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Presentato a Bruxelles il quinto ‘MED & Italian Energy Report’. Tra i temi affrontati, anche l’elevato grado di dipendenza energetica dell’Unione Europea, con l’Italia al primo posto.
LA SINTESI DEL RAPPORTO.

Il ruolo dell’Italia?

Nell’edizione 2023 ‘MED & Italian Energy Report 2023’, che evidenzia le relazioni tra fenomeni geopolitici, energia e crescita delle rinnovabili , qual è il ruolo dell’Italia?

Da ciò che emerge dallo studio, nato dal lavoro del SRM, Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo, e dell’ESL@Energy Center del Politecnico di Torino, l’Ue rappresenta l’area mondiale con il più alto grado di dipendenza energetica, e tra tutti gli Stati membri, il primo posto è occupato proprio dal Belpaese, con una percentuale del 73,5%.

Per quanto riguarda le importazioni di gas russo dal gasdotto TAG, dal 2020 al 2023 c’è stata una riduzione dal 28,4% al 2,4%, per effetto dello scoppio della guerra in Ucraina e dei provvedimenti presi dall’Unione. 

Sono invece aumentate le percentuali provenienti dall’Algeria, e più esattamente dalla pipeline Transmed, dal 12% del 2020 al 20,2% dei primi 10 mesi di quest’anno.  

Mix energetico italiano

Il gas, nel mix energetico italiano, gioca un ruolo molto importante (54% del totale), e lo stesso vale per le fonti alternative, che coprono invece il 35%.

Al confronto con altri Paesi, nella Spagna il peso delle rinnovabili è più forte, arrivando al 41%, mentre in Germania prevale l’utilizzo del carbone (31%) e in Francia il nucleare (63%).

Aumentare gli sforzi per l’implementazione delle FER

In generale, come sottolinea il rapporto, i Paesi del Mediterraneo dovrebbero incrementare in modo significativo il tasso di penetrazione delle rinnovabili per raggiungere i loro obiettivi fissati al 2030 e al 2050.

Occorre dunque aumentare gli sforzi  per l’implementazione delle FER, senza dimenticare il ruolo fondamentale delle materie prime critiche per la crescita delle tecnologie verdi.

Green ports

Si sta investendo anche molto sui green ports, con tantissimi esempi sul territorio italiano.

In città come Ancona, Livorno, Ravenna o Taranto, sono infatti presenti aree portuali che stanno cercando di superare quelle sfide legate alla sostenibilità del settore, anche grazie a dei fondi del PNRR stanziati che ammontano a circa 270 milioni di euro.

Nella portualità italiana, come indica lo studio, il 34% del traffico è costituito da prodotti energetici (oltre 169 milioni di tonnellate registrate nel 2022).

I primi 5 Energy port del Paese sono Trieste, Cagliari, Augusta, Milazzo e Genova, che si stanno sempre più affermando come veri e propri hub energetici e digitali, oltre che logistici, divenendo attori chiave per tutto il Mediterraneo.

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