La società americana di ricerca sulla fusione nucleare Helion Energy sta discutendo con OpenAI su un accordo che permetterebbe di acquistare grandi quantità di elettricità per alimentare i data center. Quali le preoccupazioni?
Una tecnologia per produrre elettricità green dalla fusione nucleare
Helion Energy sta puntando alla realizzazione di una tecnologia per produrre elettricità green dalla fusione nucleare. La società infatti è impegnata da tempo nella ricerca in questo settore, tra l’altro sempre più oggetto di interesse internazionale e anche di controversie.
Sono dunque aperte le trattative con OpenAI, per un accordo che permetterebbe di acquistare energia da fornire ai data center, almeno questo è ciò che ha riportato il Wall Street Journal in un articolo.
Quest’ultimo ha sollevato una serie di preoccupazioni, in particolare sui conflitti di interesse tra la leadership di Sam Altman, CEO e co-fondatore dell’azienda di intelligenza artificiale, e il suo coinvolgimento con altre realtà interessate allo stesso business.
La IA per supportare il lavoro dei data center
Non è la prima volta che si parla di usare la IA per supportare il lavoro dei data center, vedendo in tali tecnologie una grande opportunità per il mercato.
Tale percezione è visibile nelle azioni messe in campo da giganti come Amazon o Microsoft, che stanno ridisegnando letteralmente la geografia dei data center aumentando la domanda di connettività e di infrastrutture terrestri e sottomarine.
Oltre 1 miliardo di dollari
A maggio dello scorso anno per esempio, sempre Microsoft ha siglato un accordo pionieristico per acquistare elettricità da una struttura che Helion prevede di costruire entro il 2028.
Parliamo di una multinazionale che ha già impiegato oltre 1 miliardo di dollari nella creazione di ChatGPT e in altre innovazione basate su algoritmi e machine learning. Ma quali sono i rischi di tali cambiamenti a livello mondiale?
Le richieste energetiche
Più si procede nella ricerca di sofisticati strumenti di IA, sempre più performanti, e più aumentano le richieste energetiche e il loro impatto sull’ambiente esterno.
Anche Sam Altman, che ha investito 375 milioni di dollari in Helion e ha sempre sostenuto la fusione nucleare, ha spiegato a Davos a inizio 2024 che l’Intelligenza Artificiale induce essa stessa a scommettere su nuovi modi di produrre energia.
Questo perché le innovazioni, in fase di espansione, continueranno a creare un’impennata della domanda di potenza di calcolo per alimentare il mercato.
Cosa ci si aspetta
Cosa ci si aspetta dunque a lungo andare? Sicuramente c’è tanto lavoro da fare. Già l’accordo di acquisto energetico siglato tra Helion e Microsoft richiede degli impegni da rispettare secondo un calendario ben preciso, con il rischio altrimenti di dover pagare delle penali finanziarie alla società tecnologica.
Sono stati già raccolti 612 milioni di dollari in capitale di rischio, con la promessa di sbloccare altri 1,8 miliardi se verranno rispettate le scadenze prestabilite. Ma il supporto economico arriva anche dal governo federale, con 8,97 milioni di dollari già sovvenzionati.
Fino a che punto sarà possibile produrre elettricità a impatto zero
Cosa emergerà invece dalla collaborazione sempre più intensa con il CEO di OpenAI? Per Altman, scommettere sui progetti della fusione è molto più che un investimento. Rappresenta infatti l’unico modo per arrivare a una vera svolta.
Non è poi un caso che l’imprenditore abbia deciso di ricopre il ruolo di presidente del Cda della società statunitense impegnata nel nucleare.
Bisognerà però capire fino a che punto sarà possibile produrre elettricità a impatto zero, considerando che la stessa Microsoft il mese scorso ha dichiarato un aumento sulla propria impronta di carbonio del 29% rispetto al 2023, dovuto proprio alle espansioni dei data center.