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Energia: come gestirà €1000 miliardi l’anno la futura UE? Il Report EdEn

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Secondo EdEn, Équilibre des énergies, think tank francese specializzato in politica industriale, le elezioni europee di giugno rappresentano un’opportunità unica per il raggiungimento degli obiettivi climatici e industriali dell’Europa al 2030. Nel suo recente Report “Fit fo 55…what next?” il think tank, offre alcuni suggerimenti pratici ai prossimi decisori politici, che avranno la responsabilità di gestire oltre 1.000 miliardi di euro all’anno in transizione energetica.

IL REPORT INTEGRALE

1000 miliardi in transizione energetica

Dopo le elezioni europee di giugno, un nuovo gruppo di decisori politici prenderà il posto degli attuali commissari e membri del Parlamento europeo (MEP). Secondo EdEn, Équilibre des énergies, think tank francese specializzato in politica industriale, le elezioni di giugno rappresentano un’opportunità unica per il raggiungimento degli obiettivi climatici e industriali dell’Europa al 2030. Finalità che secondo il think tank, dovranno essere perseguite con efficienza e precisione, in quanto la transizione potrebbe costare ben 1.000 miliardi di euro all’anno.

Raccomandazioni per i decisori politici

Come fa notare il think tank nel suo recente rapporto “Fit for 55… what next?” , l’eredità dell’attuale Commissione europea sarà sicuramente il Green Deal, e una serie di iniziative politiche volte a mettere l’UE a 27 sulla buona strada per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Il documento contiene in tutto 35 raccomandazioni suddivise in nove aree chiave per due priorità: 

  1. la riduzione effettiva delle emissioni di gas serra (GHG)
  2. la reindustrializzazione dell’UE entro il 2030.

Ridurre le emissioni, senza dogmatismi

“Il primo imperativo ora è agire”, si legge nel rapporto. Tuttavia, la posizione tipicamente francese secondo cui bisognerebbe porre fine alla disputa tra energia nucleare e rinnovabile, passando da una direttiva sulle energie rinnovabili a una direttiva a basse emissioni di carbonio, è opinabile. Lo scorso dicembre, un gruppo di 11 Stati membri UE, guidato dalla Francia, aveva già espresso opinioni simili in una lettera alla Commissione europea.

In altre parole, secondo il documento, la prossima legislatura non dovrebbe dedicare troppo tempo alle discussioni sull’obiettivo 2040, bensì agire per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030, ovvero una riduzione del 55% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990.

Gli obiettivi della Commissione

Lo scorso 6 febbraio l’esecutivo Ue ha esposto il futuro obiettivo climatico dell’UE per il 2040: una riduzione netta del 90% delle emissioni di gas serra rispetto al 1990. Tale ambizione però, a detta di Cecil Coulet, responsabile degli affari europei presso EdEn, potrebbe entrare in contraddizione con gli obiettivi dell’industria.

L’industria al primo posto

Secondo EdEn, il prossimo mandato dell’UE dovrebbe, infatti, concentrarsi sull’industria, la spina dorsale della decarbonizzazione europea. In questo scenario, il Net Zero Industry Act svolge ruolo di prim’ordine, facilitando la diffusione di un’industria più pulita in Europa mediante finanziamenti mirati.

Elettrificazione

L’elettrificazione del mix energetico è un prerequisito per la decarbonizzazione, dichiara Eden nel Report. L’elettricità è al centro della transizione energetica, a partire dall’edilizia con le nuove pompe di calore. Sebbene siano necessari nuovi obiettivi di diffusione, Eden invita però alla cautela, con riguardo particolare alla ristrutturazione degli edifici. “Passare subito a una ristrutturazione completa non sarebbe realistico”, si legge nel paper, mentre una revisione del modo in cui viene calcolata la diagnostica delle prestazioni energetiche sarebbe più che necessaria. In merito al settore dei trasporti, la posizione del think tank è netta: ok alla messa in atto di un sistema affidabile per la ricarica dei veicoli elettrici e all’avvio di una politica per l’elettrificazione dei veicoli pesanti. “Soluzioni diverse, come l’idrogeno verde (troppo costoso), non saranno sufficienti nel lungo periodo” suggerisce il testo.

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