Sul tema della decarbonizzazione il 2023 è un anno significativo, come confermano i dati emersi dal report ‘Eni for 2023 – A Just Transition’, che parlano di riduzione del 40% delle emissioni nette Scope 1 e 2 del settore Upstream, e del 30% su quelle complessive rispetto al 2018.
Decarbonizzazione
Come già noto, arrivare alla totale decarbonizzazione è una sfida complessa che richiede sempre più impegno e investimenti a livello graduale.
Dal 2018 a oggi, secondo il quadro emerso dal rapporto ‘Eni for 2023 – A Just Transition’, i passi in avanti sono tanti, con una riduzione delle emissioni Scope 1 e 2 ridotte del 40% nel settore Upstream e del 30% su quelle complessive.
Parte del merito di tali traguardi si deve a collaborazione siglati con partner internazionali, come Sonatrach in Algeria, EGAS in Egitto e ADNOC negli Emirati Arabi Uniti. Ma che percentuali emergono dallo studio?
Le emissioni di metano
Possiamo vedere nello specifico che le emissioni di metano sono diminuite di oltre il 20% nel 2023, grazie a una transizione energetica in atto con ambizioni a lungo termine al 2050.
Nel rapporto poi, vengono messi in luce gli investimenti messi a disposizione per lo sviluppo locale, e parliamo di 95 milioni di euro, e il riutilizzo dell’acqua dolce pari al 90% nel 2023.
In tante parti del mondo infatti, si soffre la mancanza di risorse idriche a disposizione e di strumenti per poter contrastare la siccità e i cambiamenti del clima. Lo studio infatti parla di ben 760 milioni di persone che non hanno accesso all’elettricità, e oltre 2 miliardi che utilizzano biomasse per cucinare.
L’evoluzione della domanda energetica
Spazio anche all’evoluzione della domanda energetica in questi anni, con degli indicatori chiave che mostrano come, dal 2022, gli Stati Uniti registrino quella più elevata, al contrario dell’Africa in ultima posizione.
I traguardi raggiunti su transizione e rinnovabili, si devono poi ai fondi spesi per le nuove tecnologie green, al tempo dedicato ai dipendenti per la formazione e ai progetti di salvaguardi dei territori.
Bisogna però riconoscere anche l’importanza del riutilizzo delle risorse e la promozione di relazioni solide e nuove comunità, come le Cer.
Cosa fare adesso?
Cosa fare adesso per continuare il percorso di Just Transition? Puntare sempre sul consolidamento e sull’evoluzione delle competenze dei singoli professionisti, riconoscendo tra l’altro anche i valori della diversità e dell’inclusione.