Il dispositivo ideato dal team di accademici dell’Università dell’Illinois per convertire l’acqua del mare in energia elettrica utilizzabile.
Il progetto
Il progetto degli accademici dell’Università dell’Illinois è ancora in una fase embrionale, come spiegato da uno dei membri, il professore Jean-Pierre Leburton.
L’obiettivo finale però è sviluppare un dispositivo completo e versatile, pronto per diverse applicazioni energetiche e soprattutto in grado di sfruttare la salinità del mare per ottenere una grande quantità di energia sostenibile.
Come funziona
Ma come funziona questa tecnologia? C’è un apparecchio nanofluidico che permette di convertire il flusso dell’acqua in elettricità.
Per nanofluidi si intendono dei fluidi termovettori che hanno la capacità di raggiungere le più elevate proprietà termiche, aumentando così l’efficienza dei sistemi energetici e rafforzandone la conducibilità.
Secondo quanto sottolineato dal professore Leburton, quando due corpi d’acqua con diversa salinità si incontrano, le molecole di sale si spostano in modo naturale da una concentrazione più alta a una più bassa, andando a creare un equilibrio perfetto che permette di ottenere, alla fine del processo, elevate prestazioni di conversione.
Altre caratteristiche
I ricercatori hanno inoltre scoperto, tra le altre caratteristiche del sistema, che funziona non solo grazie alla forza di attrazione tra cariche opposte, ma anche nel caso di forze repulsive (negativo-negativo e positivo-positivo).
Il loro progetto si aggiunge a tanti altri che hanno in comune lo sfruttamento del mare, una fonte naturale di benessere che potrebbe portarci più benefici di quelli che potremmo mai immaginare.
Degli esempi? Il più vicino a noi è il dispositivo italiano WEPA, ideato per ottenere acqua potabile. Una tecnologia simile è stata sperimentata poi dagli ingegneri del MIT e della Shanghai Jiao Tong University, e si pone lo stesso identico obiettivo.
In Australia invece, si sta lavorando a una tecnica per estrarre idrogeno dall’oceano sfruttando degli elettrolizzatori commerciali. Le strade da percorrere sono dunque innumerevoli, e chissà quante altre ne verranno scoperte nei prossimi anni.