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Dimezzare la CO2 generata dalle città italiane, servono 10 miliardi l’anno fino al 2050. Lo Studio

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La sfida per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 si gioca e si vince nelle città. Le emissioni di CO2 nei capoluoghi italiani possono essere più che dimezzate attivando su vasta scala alcune leve già disponibili, come la mobilità elettrica, le pompe di calore, il fotovoltaico su tetto, il teleriscaldamento, il relamping, l’uso circolare dei rifiuti e il verde urbano. Lo studio realizzato da TEHA Group, in collaborazione con A2A e il contributo scientifico di ASviS.

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Città sempre più popolate, energivore ed inquinanti. Come raggiungere gli obiettivi di sostenibilità per la metà del secolo? Lo Studio.

La popolazione delle nostre città è in costante crescita. Già oggi il 72,6% degli italiani ha deciso di risiedere nei principali centri urbani di ogni regione e le stime delle Nazioni Unite portano questo dato all’81,1% entro il 2050.

Su questo trend è necessario un confronto tra amministrazioni locali, regioni, Istituzioni nazionali, mondo della ricerca, delle imprese e dell’industria, perché è implicito che i centri urbani svolgono e svolgeranno sempre più un ruolo cruciale in seno alla transizione energetica ed ecologica.

Il Position Paper dal titolo “Sostenibilità urbana. Decarbonizzazione, elettrificazione e innovazione: opportunità e soluzioni per città future-fit”, realizzato da TEHA Group, in collaborazione con A2A e il contributo scientifico di ASviS, presentato nell’ambito della 50° edizione del Forum di Cernobbio, è dedicato proprio a questo ruolo di “catalizzatore” economico e sociale delle nostre città.

Nei 112 comuni capoluogo oggetto di analisi dello Studio – che coprono il 7% della superficie nazionale e rappresentano il 29% dei consumi energetici italiani – si concentra il 60% del PIL generato nel Paese.

L’alta concentrazione di attività nelle aree urbane rende necessario nei prossimi anni combinare tale efficienza con una crescente sostenibilità e qualità della vita: nel 2050, con l’attuale trend di urbanizzazione, le emissioni delle città italiane potrebbero crescere del 18%.

Più investimenti e tecnologie green, così si dimezzano le emissioni di CO2

Uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, da conseguire entro la fine di questa decade, è quello di costruire città sostenibili e resilienti – ha commentato Enrico Giovannini, Direttore scientifico dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) – il che richiede una piena coerenza delle politiche pubbliche economiche, sociali e ambientali. Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile un approccio integrato sia tra le diverse parti dell’amministrazione locale, sia tra i diversi livelli di governo. In questa prospettiva, è indispensabile rendere operativo il Comitato interministeriale per le politiche urbane (CIPU)”, ricostituito dal Governo Draghi, ma mai convocato, con l’obiettivo di coordinare le azioni che impattano sullo stato delle città, specialmente di quelle metropolitane. Lo studio presentato oggi dimostra le opportunità che un investimento ben coordinato sulla trasformazione delle città italiane produrrebbe un effetto importante sul benessere attuale e futuro di milioni di cittadini”.

Un investimento che lo studio ha stimato in 10 miliardi l’anno (270 miliardi al 2050) per ridurre l’uso di combustibili fossili e quindi più che dimezzare le emissioni di CO2 nei centri urbani, come conseguenza di un minor consumo di combustibili fossili a favore dell’elettrificazione e l’efficienza energetica.

Per raggiungere questo obiettivo è necessario attivare su vasta scala alcune leve già disponibili, come l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici residenziali, l’elettrificazione dei trasporti, l’installazione di pompe di calore elettriche, la diffusione del teleriscaldamento, l’ottimizzazione dei servizi di water e waste management, la sostituzione dei punti luce con illuminazione a LED (relamping) e lo sviluppo di verde urbano.

Da qui si potrebbe partire per ridurre le emissioni nelle città di oltre il 50% (32 milioni di tonnellate di CO2), incrementando l’elettrificazione, le FER e il calore derivato nel mix di consumo delle aree urbane di circa 20 punti percentuali.

Sostenibilità ed economie di scala

Grazie alle leve tecnologiche già oggi disponibili, è possibile ridurre le emissioni delle città di oltre il 50%: in valori assoluti, si tratta di 32 milioni di tonnellate di CO2, pari all’anidride carbonica assorbita da 210 milioni di alberi. Un contributo sostanziale al percorso verso la neutralità climatica e per il benessere delle persone” ha dichiarato Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A, che ha aggiunto: “Ne beneficerebbe anche l’attuale mix di consumi, con un aumento del peso di rinnovabili, elettricità e calore derivato di 20 punti percentuali sul totale, riducendo l’uso di combustibili fossili”.

A favore dei centri urbani italiani, si può misurare già oggi un buon livello di efficienza intrinseca, che lo Studio ha valutato su 3 livelli: termica degli edifici, di servizi a rete e di mobilità.

Si può partire da qui per accelerare il percorso di trasformazione e rigenerazione urbana, da livelli che richiedono minor consumo termico (-21% per unità di superficie), che generano economie di densità per le reti idriche, elettriche e gas (le utenze allacciate alla rete elettrica e del gas per km sono circa 5 e 3 volte superiori a quelle nel resto del Paese) e che sostengono un minor utilizzo dei mezzi individuali per gli spostamenti (+54% di TPL e di modalità sostenibili in città rispetto al resto d’Italia).

Giornalista

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