Quali sono i passi fondamentali che l’Italia dovrà compiere nei prossimi anni per decarbonizzare nel modo più economico il sistema elettrico? Lo studio commissionato da Greenpeace, Legambiente e Wwf e realizzato dal think tank Ecco e Artelys, evidenzia i vari aspetti di un percorso in salita che vede protagonisti fotovoltaico, eolico ed idrogeno green.
Elettricità pulita al 100% nei prox 12 anni
Energia rinnovabile aumentata di circa 8 volte grazie al potenziamento delle infrastrutture, ed elettricità pulita al 100% entro i prossimi 12 anni. Secondo lo studio “100% rinnovabili al 2035, Scenario per un sistema elettrico nazionale a zero emissioni“, commissionato da Greenpeace, Legambiente e Wwf e realizzato dal think tank Ecco e Artelys, l’Italia dovrebbe raggiungere circa 250 Gw di capacità installata rinnovabile entro il 2035, per oltre 450 TWh di produzione nazionale (oltre 350 TWh nel 2030) allo scopo di garantire, nel modo meno impattante dal punto di vista economico, il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e la sicurezza energetica.
Zero gas fossile entro il 2035
Quali sono i passi fondamentali che il Paese dovrà compiere nei prossimi anni per decarbonizzare il sistema elettrico, ripulire la mobilità, produrre idrogeno completamente green? Il percorso presentato nell’analisi, si basa fortemente sull’implementazione di impianti solari fotovoltaici e sull’eolico. Solo il significativo aumento delle rinnovabili può, infatti, consentire la diminuzione delle emissioni di CO2. La buona notizia è che nel 2035 la generazione di gas fossile dovrebbe essere pressoché nulla, con 54 TWh nel 2030. La diffusione delle tecnologie pulite non sarà però omogenea nelle regioni italiane. Le Regioni del Mezzogiorno rappresenteranno un’ampia quota della capacità rinnovabile installata, mentre nelle regioni settentrionali la diffusione delle fonti alternative sarà probabilmente limitata dal potenziale locale.
Il ruolo dell’idrogeno e delle batterie
La ricerca evidenzia, inoltre, il ruolo decisivo della flessibilità su diverse scale temporali (giornaliera, settimanale, stagionale) e la necessità di inserire più tecnologie nel mix energetico nazionale. Idrogeno e biogas alimenteranno gli impianti di generazione termoelettrica ancora in uso, tuttavia il primo troverà impiego anche in altri ambiti. Nel documento, l’idrogeno viene descritto come una sfida e un’opportunità al tempo stesso: il combustibile che consentirà di limitare la dipendenza da altri Paesi. Anche i sistemi di accumulo svolgeranno un ruolo centrale nel futuro sistema di alimentazione decarbonizzato, in termini di forniture di servizi di bilanciamento.
Le politiche abilitanti per un sistema elettrico decarbonizzato
Nel percorso di transizione evidenziato dallo studio, affinché il sistema elettrico decarbonizzato al 2035 sia fattibile al costo più basso, sarà indispensabile sviluppare una maggiore capacità di scambio con il resto d’Europa (in particolare Austria, Svizzera, Francia, Grecia, Malta, Montenegro e Slovenia). Oltre all‘efficienza del commercio transfrontaliero, l’incoraggiamento dell’ uso estensivo delle energie rinnovabili su base regionale e le politiche abilitanti del settore, saranno fondamentali. Tra queste è possibile annoverare:
- coerenza del PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) con gli obiettivi
- interventi sulle autorizzazioni degli impianti
- cessazione degli investimenti regolati in infrastrutture fossili
- facilitazione della diffusione dei contratti di lungo termine di commercializzazione dell’energia di nuovi impianti rinnovabili,
- eliminazione di sussidi alle energie fossili.