Con il progetto V-access, l’Università di Trieste ha il coordinamento della ricerca su sistemi innovativi di accumulo di energia sulle navi. La Ue mette a disposizione 5mln €
Entro il 2027 la ricerca. Commercializzazione nel 2030
Dead line della ricerca anno 2027 mentre, entro il 2030, dovrebbe partire la commercializzazione. Trattasi del progetto V-access (Vessel advanced clustered and coordinated energy storage systems), finanziato dalla Commissione europea con 5mln €, nell’ambito Horizon (CL5-2022-D5-01-02) dedicato ai sistemi innovativi di accumulo di energia a bordo delle navi, in partnership con Zewt (Zero Emission Waterborne Transport). Coordinatore del progetto Giorgio Sulligoi, ordinario di Sistemi elettrici per l’energia presso l’Università di Trieste.
Tanti protagonisti per nuove tecniche di stoccaggio
“Stiamo aprendo la strada – afferma Giorgio Sulligoi – ai net zero vessel, navi senza alcun impatto netto sul clima dovuto alle emissioni di carbonio”. E “stiamo” ha ben ragione d’essere. Un gruppo composto da 14 partener internazionali, di cui tra gli altri fanno parte Fincantieri, Rina, Rse (Ricerca sul sistema energetico), Università di Genova, Università di Birmingham e Politecnico di Milano. L’obiettivo prefissato, accrescere l’efficienza energetica a bordo di navi elettriche attraverso tecniche innovative di stoccaggio.
La tecnica, distribuita tra superconduttori e rete elettrica
Il piano di ricerca punta ad una tecnica di collegamento delle batterie di bordo con un sistema di accumulo. Tale sistema sarà composto da un magnete ed un cavo superconduttivo con un gruppo di super-condensatori. L’integrazione di una rete elettrica innovativa a corrente continua, fungerà in modo flessibile da arbitro di controllo dei flussi di energia tra le diverse tecnologie di accumulo.
Bella opportunità per le aziende italiane
“Le aziende italiane – sottolinea Sulligoi – possono avere molto spazio nel settore, se si muovono per prime”. La strada aperta da V-Access, del resto, somma molte competenze: dai super-condensatori ai sistemi di accumulo di energia magnetica superconduttiva (SMES). C’è poi progettazione e controllo dei sistemi di alimentazione di bordo, oltre che l’elettronica di potenza. Un particolare sviluppo è dedicato all’analisi del ciclo di vita e classificazione delle navi, per aumentare il livello di prontezza tecnologica (TRL) dei sistemi di accumulo ibridi, ovvero combinando una batteria con super-condensatori, SMES o entrambi.
Integrazione, flessibilità, assemblaggio
Il tutto sarà integrato in un’innovativa micro-rete CC, installata a bordo delle navi per il controllo flessibile della condivisione dell’energia tra le diverse tecnologie di stoccaggio. Le tecnologie sono analizzate dai livelli dei componenti, già testati e convalidati al TRL3, e modellati nel sistema di alimentazione della nave, utilizzando anche simulatori hardware-in-the-loop di controllo. I singoli componenti vengono assemblati, e integrati in un realistico sistema di alimentazione di bordo disponibile presso la struttura ETEF dell’Università di Trieste per raggiungere TRL5.