Gli scienziati della Rice University, in Texas, hanno trovato un modo per ingegnerizzare il legno e intrappolare l’anidride carbonica in modo più efficiente.
Una soluzione sostenibile
L’idea dei ricercatori della Rice University nasce dalla consapevolezza che, i classici materiali strutturali utilizzati per la costruzione di edifici, come l’acciaio o il cemento, prevedono dei costi notevoli, sia in termini economici che da un punto di vista di impatto negativo ambientale.
Lo sviluppo di alternative green potrebbe invece contribuire a mitigare il cambiamento climatico e a ridurre le emissioni in modo più efficiente. Questo studio è stato condotto proprio a tal fine, per trovare un modo di incorporare nel legno molecole di un materiale cristallino poroso che è in grado di trattenere l’anidride carbonica.
“Il legno è già di per sè un materiale strutturale sostenibile e rinnovabile, che utilizziamo già ampiamente”, ha dichiarato lo scienziato Muhammad Rahman che sta lavorando al progetto con i suoi collaboratori. “In particolare, quello ingegnerizzato, ha mostrato una maggiore resistenza rispetto a quello tradizionale non trattato”.
Cosa è il legno ingegnerizzato e come viene lavorato
Il legno ingegnerizzato è composto da farina di legno ottenuta da scarti selezionati dell’industria, e da una componente plastica quale polietilene o pvc. Le qualità positive di questo materiale, rispetto al tradizionale, sono molteplici: richiede scarsa manutenzione; dispone di una buona resistenza agli agenti atmosferici e di un buon isolamento termico; è molto economico.
“Il legno è costituito da tre componenti essenziali: cellulosa, emicellulosa e lignina. Quest’ultima è ciò che dà al materiale il suo colore, e rimuoverla è un processo abbastanza semplice che prevede un trattamento chimico che consta di due fasi ben precise. Per il legno ingegnerizzato – ha spiegato Rahman – rimuoviamo dapprima la lignina e poi utilizziamo candeggina o perossido di idrogeno per rimuovere l’emicellulosa”.
In questo modo si ottiene del legno delignificato, chiamato così perché è stata eliminata all’interno la rete di fibra cellulosa. Se così non fosse, non sarebbe possibile arrivare al passaggio successivo che permette di intrappolare le molecole di C02.
“Il legno a questo punto viene immerso in una soluzione contenente microparticelle di una struttura metallo-organica, o MOF” ha aggiunto lo scienziato. I MOF non sono altro che dei materiali sorbenti ad alta superficie e sono proprio questi che permettono di assorbire l’anidride carbonica.