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Catturare energia pulita dalle frequenze radio: la collaborazione con l’Italia

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Un team di ricercatori della National University of Singapore (NUS) ha sviluppato un nuovo modulo per raccogliere più energia sfruttando le frequenze radio. Si tratta di una tecnologia per avere maggiore elettricità pulita senza necessitare delle batterie.

Il progetto che coinvolge anche l’Italia

L’innovazione sviluppata dalla National University of Singapore (NUS) è un progetto che coinvolge anche l’Italia. La tecnologia si deve infatti alla collaborazione con la Tohoku University e l’Università di Messina, allo scopo di ideare qualcosa di rivoluzionario e ridurre la dipendenza dalle batterie.

Di cosa si tratta? Parliamo di un dispositivo che converte i segnali RF (frequenze radio) in corrente elettrica a tensione continua, utilizzabile poi per apparecchi che non necessitano di elevata potenza energetica.

Se è possibile infatti immagazzinare energia da fonti libere presenti nell’ambiente, lo stesso può avvenire con le onde elettromagnetiche.

Aumentare l’efficienza

Nello specifico, il cosiddetto raccolto dell’energia RF parte dall’uso di un’antenna, appositamente utilizzata per ottenere corrente dalle microonde e per la trasmissione di potenza.

I ricercatori della National University of Singapore stanno testando adesso il funzionamento di un’antenna on-chip per aumentare l’efficienza, pensando così alla prossima generazione di raccoglitori da mettere a disposizione sul mercato.

L’obiettivo è dunque non solo migliorare le performance, ma anche arrivare a un impatto ambientale positivo, prolungando la durata dei dispositivi e consentendo così a nuovi tipi di reti di sensori wireless e dispositivi IoT di funzionare senza lo stress legato alla sostituzione delle batterie.

Non è la prima volta

Non è la prima volta che questi temi vengono messi al centro dell’attenzione. Già da anni per esempio i ricercatori del Georgia Institute of Technology lavorano dei sistemi per catturare l’elettricità trasmessa dalle frequenze radio per alimentare, in modalità wireless, sensori, processori e altre tecnologie similari.

L’idea è infatti sfruttare la grande quantità di energia elettromagnetica presente sul Pianeta, captando i segnali e le diverse gamme di frequenza.

Aumentare nel tempo le tradizionali capacità di stoccaggio

Si potranno davvero così aumentare nel tempo le tradizionali capacità di stoccaggio? E possiamo dunque definire il raccolto dell’energia RF un’ottima alternativa all’uso delle classiche pile?

Al momento parliamo di una tecnologia che non può di certo soddisfare grandi esigenze energetiche, presentando dei limiti. La sua implementazione però potrebbe aprire la strada a nuovi tipi di apparecchi, da poter utilizzare in diversi ambiti che sia, per esempio, quello medico o commerciale.

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