L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) ha analizzato il primo semestre del 2024, ponendo l’accento sulla situazione energetica dell’Eurozona.
Incertezze economiche
L’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) ha analizzato il primo semestre del 2024 dell’Eurozona, focalizzandosi sulle rinnovabili. Inoltre, in relazione ai consumi energetici, un particolare accento si è posto sulle emissioni di anidride carbonica (CO2).
Nello specifico, l’ENEA ha ribadito come il Covid e la seconda fase del conflitto russo-ucraino siano stati concause nella crisi dei prezzi dell’energia. Conseguentemente, l’Eurozona è andata incontro ad una fase di debolezza economica. Una fase non ancora conclusa. A dimostrarlo – nella prima metà del 2024 – una crescita pari soltanto allo 0,5%.
La stessa produzione industriale è calata ancora, del 4% nell’Area Euro e soprattutto del 5% in Germania. Foriera di riflessioni, si è confermata la contrazione dei consumi di energia (-1% nel semestre), con un crollo della domanda di carbone (-24%). Nuovo calo anche per la domanda di gas naturale (-4%). La conseguenza diretta è stata il taglio delle le emissioni di CO2, stimate in una riduzione del 4%.
Tendenze in transizione
In secondo luogo, l’Agenzia si è soffermata sulle tendenze dei mercati. Il presupposto, come scritto, è stata quella proiezione di riequilibrio (tuttavia lontana dal suo completamento), cominciata nel 2023. I prezzi del gas (ancora elevati) hanno però nel secondo trimestre, contato su una situazione meno sfavorevole.
Se non altro, il miglioramento dei fondamentali dell’offerta, gli elevati livelli di stoccaggio e il clima mite, ne hanno minimizzato la volatilità, contribuendo a stabilizzarli. Il prezzo medio del gas all’indice TTF è sceso a 29,6 Euro al Megawattora (€/MWh).
A trarne i principali benefici sono stati i mercati elettrici, anche europei. Nel confronto rispetto al semestre precedente, i prezzi medi si sono contratti tra il 30% (in Italia e Germania) e il 50% (in Francia e Spagna). Un valore importante nell’ottica dell’elettrificazione, anche se la debolezza complessiva delle economie ha continuato ad inficiare sullo stato della manifattura.
A proposito invece della diminuzione della CO2 – conseguenza diretta dei minori consumi – il 4% resta lo stesso lontano dagli obiettivi di decarbonizzazione. Entro il 2030, come rimarcato dall’ENEA, la media da raggiungere e da mantenere è quella del 6%.