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Brevetti in reti elettriche intelligenti: Italia terza nell’UE. La classifica dell’AIE

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L’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) ha stilato un rapporto, modulato sotto forma di classifica, in materia di ‘brevetti sulle reti elettriche intelligenti’, che vede l’Italia terza nell’Unione Europea. Ai vertici, ovviamente, anche gli USA e la Cina.

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Italia in Top 3

L’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) ha stilato un rapporto, dal titolo “Brevetti per il potenziamento delle reti elettriche“, all’interno del quale l’Italia ha ottenuto un prestigioso riconoscimento.

Organizzato sotto forma di ‘classifica’, con riferimento all’Unione Europea, l’Italia è infatti risultata terza, con l’1%. Davanti a lei, si sono classificati – sempre considerando l’origine dei brevetti nel settore – la Germania (11%) e la Francia (4%).

Allargando lo scenario di analisi all’intera Europa, invece, meglio della Penisola italiana hanno fatto anche la Svizzera (5%) e il Regno Unito (2%).

La struttura dello studio

Il rapporto ha compreso il periodo 2001-2022. All’interno di tale fase, solo dal 2009 al 2013, si è registrata una crescita pari al 30% all’anno. In rapporto, suddetta dimensione è stata sette volte più veloce rispetto alla media di tutti gli altri comprti tecnologici.

I dati relativi sono stati quelli dei brevetti globali sull’energia per mappare l’innovazione nelle tecnologie fisiche e delle reti intelligenti. La base di riferimento è stata quella delle famiglie di brevetti internazionali (IPFs). Sull’integrazione dell’intelligenza artificiale nell’elettrificazione – al centro della transizione energetica – negli ultimi anni le fasi di ricerca e sviluppo hanno prodotto risultati notevoli.

Tant’è che – sempre secondo l’Agenzia – i brevetti inerenti si sono sestuplicati. Dal 2010 al 2022, poi, sono cresciute del 50% le funzionalità intelligenti delle reti fisiche. Un avanzamento, quest’ultimo, che è stato possibile grazie all’innovazione dei software. E insieme, si è assistito alla continua implementazione di intere strutture basate sull’IA.

Differenze e affinità

Più nel dettaglio, oltre all’Europa, le realtà complessive dove ci sono stati i maggiori impegni per registrare nuove invezioni sono stati gli USA e il Giappone.

Su tutti, però, è la Cina che si è affermata come attore di massimo rilievo nelle complesse reti ‘intelligenti. In effetti, è arrivata a detenere il 22% dei brevetti. La sua quota è passata dal 7% nel 2013 al 25% nel 2022. Superata l’UE due anni fa, il Paese asiatico ha ottenuto il vertice di questa ‘voce’, con il maggior numero di licenze nel settore.

Contestualmente, a livello di soggetti e vettori economici, un ruolo fondamentale lo hanno avuto anche le università, gli istituti di ricerca e le piccole e medie imprese (PMI). In termini prettamente quantitativi, la maggior parte delle imprese emergenti ha ancora sede in Europa o negli USA.

Di queste, il 37% di esse ha presentato domanda di brevetto, un dato significativamente superiore alla media del 6% per le startup europee attive con impegni in altre realtà produttive. Da qui, l’Agenzia ha rimarcato come per le startup che si occupano di reti tecnolgicamente avanzate esista un forte potenziale di attrazione di capitale di rischio. Qualche incertezza, dunque, ma anche enormi potenzialità.

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