Il progetto di ricerca BloRin (Blockchain per le Rinnovabili), realizzato da Exalto con l’Università di Palermo, Regalgrid, SEA Favignana e Selis, prevede la realizzazione di sperimentazioni innovative in Sicilia, nelle isole di Favignana e Lampedusa.
Il progetto BloRin su Favignana e Lampedusa
La transizione energetica ed ecologica riguarda tutto il territorio nazionale, anche le cosiddette isole minori. A Favignana e Lampedusa, in Sicilia, si sta portando avanti il progetto “BloRin”, anagramma di “Blockchain per le rinnovabili”.
In questo caso, oltre al problema dell’autonomia e dell’efficienza energetica sulle isole, si sta cercando di sfruttare anche il potenziale della tecnologia blockchain per una gestione decentrata degli impianti a fonti rinnovabili e per realizzare una piattaforma avanzata che da un lato promuova la diffusione delle energie rinnovabili e dall’altro misuri e gestisca gli scambi di energia.
La piattaforma in questione gestirà gli scambi di energia prodotta con fonti rinnovabili da parte di diversi nodi del sistema e userà la tale tecnologia per contabilizzare i flussi di energia e automatizzare le transazioni economiche.
“Se io faccio parte della blockchain – ha spiegato a Euronews Vincenzo Tenerello, responsabile distribuzione SEA, uno dei partner del progetto – l’energia che riesco a produrre grazie ai pannelli fotovoltaici e che non utilizzo, posso metterla in vendita in rete e posso darla al mio vicino di casa o a qualcuno che appartiene alla stessa blockchain. Più siamo e più risparmiamo“.
Come funziona la blockchain per le rinnovabili
Impiegare la blockchain garantisce molteplici vantaggi: dal punto di vista dello scambio di informazioni è un sistema trasparente cui possono accedere solo coloro che possiedono le autorizzazioni necessarie. Questo insieme al processo di crittografia che la caratterizza è ciò che la rende sicura in quanto i dati scambiati all’interno della rete non sono manipolabili.
È inoltre un sistema estremamente affidabile in quanto per sua stessa conformazione previene la perdita o il danneggiamento dei dati.
All’interno di questo progetto non si distinguono più consumatori e produttori di energia, infatti tutti sono “prosumer”, cioè persone/soggetti in grado di sfruttare e restituire energia alla rete a seconda dei momenti e delle necessità.
Il budget totale per il progetto “BloRin” è di quasi 2 milioni di euro, di cui l’86,69% (1.733.310) finanziato dalla Politica di Coesione e il restante 13,31% dalle quattro aziende energetiche associate al progetto, che sono: Exalto, società di servizi energetici e innovazione, capofila del progetto; Sea, gestore della centrale elettrica di Favignana, responsabile dei sistemi di ricarica di veicoli elettrici che diventano anche accumulatori di energia da restituire alla rete; Selis, gestore del sistema di distribuzione di Lampedusa; Regalgrid, una società di tecnologie energetiche.
Al progetto partecipa anche l’Università di Palermo, nella veste di responsabile scientifico.
Dimensione globale della blockchain nel mercato energetico
La tecnologia blockchain fornisce quindi un mezzo efficace per legittimare, proteggere e automatizzare i trasferimenti di energia senza intermediari.
Per questo, attualmente, è ampiamente considerata una soluzione chiave nel settore energetico, in grado di migliorare tutta la catena del valore. Si tratta, infatti, di una soluzione che consente di gestire le complessità di un sistema energetico decentralizzato, registrando e semplificando tutte le transazioni tra produttori di energia e consumatori.
Secondo Emergen Research, la dimensione globale della blockchain nel mercato energetico dovrebbe crescere fino a 8.7 miliardi di dollari nel 2027, registrando un tasso di crescita medio annuo del 56,1% durante il periodo di previsione (Cagr 2022-2027).