Un gruppo di scienziati giapponesi sta lavorando a una batteria su base carta che utilizza magnesio e aria per funzionare. I vantaggi? Maggiore sostenibilità ambientale, grazie all’avvio di un processo molto simile alla fotosintesi.
Una nuova batteria
Il gruppo di ricercatori dell’Advanced Institute for Materials Research (AIMR) della Tohoku University sta creando una nuova batteria da utilizzare per molteplici applicazioni. La vera novità sta nell’essere costituita da carta e nell’attivare un processo, molto simile alla fotosintesi delle piante, che rende la pila più sostenibile dei classici modelli.
Ma non è finita qui. Per gli scienziati, il prodotto potrebbe rivelarsi molto promettente a livello di prestazioni, essendo un dispositivo magnesio-aria che dispone di per sé di una densità energetica molto alta.
La ragione? Bisogna sapere che il magnesio, nello specifico, è un metallo che riesce a immagazzinare una grande quantità di energia chimica. Utilizzando l’ossigeno dell’aria come reagente poi, il tutto si semplifica ulteriormente, perché viene ridotto il peso della batteria e anche il suo volume complessivo.
Caratteristiche
Tra le altre caratteristiche, non solo la capacità di stoccare un’elevata quantità di elettricità pulita, ma anche di farlo a basso costo, e con un ridotto impatto ambientale rispetto alla media.
Quella messa a punto dalla Tohoku University poi, è ancora più sostenibile in confronto ad altri prototipi, sfruttando un foglio di magnesio su carta biodegradabile che riesce a far raggiungere potenzialità ancora più importanti.
Ispirazione dalla fotosintesi
A livello di prestazioni dunque, la batteria è riuscita davvero a sorprendere gli scienziati, che ne hanno testato ulteriormente le capacità adattandola a un sensore di pulsossimetro e in uno GPS, dimostrandone così la versatilità. Per progettare la tecnologia, il team ha tratto ispirazione dalla fotosintesi per quel che concerne il processo di carica e scarica.
Infatti, proprio come le piante sfruttano l’energia solare per sintetizzare lo zucchero dall’acqua del terreno e l’anidride carbonica dell’aria, questa batteria giapponese utilizza il magnesio come substrato per generare elettricità dall’ossigeno e dall’acqua.
Che sviluppo avrà
Non si sa ancora che sviluppo avrà la pila, ma di certo la Tohoku University, in collaborazione anche con il centro di ricerca CRIEPI, ha dato vita a un dispositivo che potrebbe dare grandi soddisfazioni nel mondo dello stoccaggio energetico, rivelandosi utile anche nel campo medico o biologiche per il funzionamenti di biosensori.
Per non parlare poi dei costi molto bassi del prodotto, ottima alternativa dunque ai prezzi eccessivamente elevati delle tradizionali batterie, ancora poco accessibili.