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Avviato HPC6, il supercomputer della transizione energetica

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Eni ha avviato il supercomputer HPC6. Installato nel Green Data Center di Ferrera Erbognone, lo straordinario sistema di calcolo, primo in Europa e quinto al mondo per prestazioni, si configura come un pilastro strategico per la transizione energetica.

Un grande potenziale per la transizione energetica

Annunciato come un traguardo per la decarbonizzazione, il supercomputer HPC6 avviato da Eni, installato presso il Green Data Center di Ferrera Erbognone (vicino Milano), si classifica in Europa per potenza finalizzata ad uso industriale e al posto assoluto nella classifica TOP500 mondiale. Questo straordinario sistema di calcolo ad alte prestazioni (High Performance Computing) raggiunge una potenza di picco di 606 PFlops, corrispondenti a oltre 600 milioni di miliardi di operazioni complesse al secondo.

Le prestazioni del supercalcolatore, un sistema che comprende 3472 nodi di calcolo, che incorporano un totale di 13.888 GPU, sono indubbiamente notevoli, e l’impiego potenziale  in operazioni che possono supportare la transizione energetica lo rendono uno strumento fondamentale per la strategia del colosso energetico. Studi geologici e fluidodinamici, stoccaggio della CO₂, sviluppo di batterie ad alte prestazioni, filiera dei biocarburanti, simulazione del plasma per la fusione a confinamento magnetico, ricerca di materiali innovativi per la bio-chimica, sono solo alcuni degli ambiti a cui può essere applicata la straordinaria capacità di calcolo.

Caratteristiche tecniche di HPC6

HPC6, utilizzando la tecnologia Cray EX4000 e Cray ClusterStor E1000 di HPE, tra le più avanzate disponibili a livello globale, rappresenta un salto di qualità rispetto ai precedenti sistemi HPC4 e HPC5.

Tra le sue caratteristiche principali vanno annoverate sicuramente l’architettura ibrida con CPU e GPU integrate e la rete HPE Slingshot ad alte prestazioni per trasferimenti rapidi di dati. Ma è lecito chiedersi quanto consuma una tecnologia tanto avanzata? Dai dati forniti da Eni risulta che il sistema di raffreddamento a liquido diretto, dissipa il 96% del calore generato, migliorando l’efficienza energetica. Inoltre, la potenza elettrica assorbita arriva a un massimo di 10,17 MVA.

Quanto consuma?

A quanto pare poco. Il sistema di raffreddamento del supercomputer HPC6 è stato progettato con una tecnologia altamente innovativa e sostenibile. La scelta del raffreddamento a liquido diretto rispetto a metodi tradizionali, come il raffreddamento ad aria, che necessita di ventole ad alta potenza, garantisce, infatti, un’ottimizzazione energetica significativa. Questo sistema assorbe il calore direttamente dalle componenti più critiche, come CPU e GPU, e lo trasferisce a scambiatori di calore esterni. Il dato sull’assorbimento elettrico di 10,17 MVA, comprende quindi sia la potenza di calcolo che i sistemi di supporto come il raffreddamento. 

Gli altri supercomputer più potenti al mondo

Al novembre 2024, la classifica dei supercomputer più potenti al mondo secondo il TOP500 è guidata dagli Stati Uniti, seguiti dal Giappone: 

  1. El Capitan (USA): il nuovo leader e uno dei primi sistemi a raggiungere l’exascale, con una capacità di calcolo straordinaria che supera l’exaflop (un miliardo di miliardi di operazioni al secondo). È basato su tecnologie sviluppate da HPE Cray utilizzando GPU AMD Instinct e processori AMD EPYC.
  2. Frontier (USA): il primo supercomputer exascale, ha debuttato nel 2022 ed è ora secondo. Frontier è progettato per accelerare ricerca scientifica e simulazioni complesse, con un focus particolare su intelligenza artificiale e machine learning.
  3. Aurora (USA): un altro sistema exascale installato presso l’Argonne National Laboratory. Utilizza processori Intel Xeon e GPU Intel Ponte Vecchio per calcoli avanzati.
  4. Fugaku (Giappone): il più potente non-americano nella classifica, Fugaku è sviluppato da Fujitsu e il RIKEN Center. Basato su architettura ARM, eccelle nelle applicazioni scientifiche e industriali.

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