Imporre dei dazi sull’import dei veicoli elettrici è davvero l’unico modo che le case automobilistiche europee hanno per competere con i marchi cinesi? Secondo l’ultimo Report T&E l’Unione Europea dovrebbe puntare anche su altri strumenti, come la spinta normativa e gli investimenti in batterie.
Produzione di massa di auto elettriche e supply chain di batterie
Nel 2023 quasi un quinto dei veicoli elettrici venduti in Europa è stato prodotto in Cina. Si tratta del 19,5% sulle vendite complessive avvenute nel Continente, il 23% in Italia, ma il trend sembra essere destinato a crescere. Secondo l’ultimo report di Transport & Environment (T&E), l’unico modo che le case automobilistiche europee hanno a disposizione per competere con i marchi cinesi, consiste nell’aumentare la produzione di massa di auto elettriche e investire di più in una supply chain di batterie.
I dazi all’import di auto made in China
La previsione giunge in un momento critico per il settore. L’UE sta, infatti, valutando l’opportunità di imporre dei dazi per l’import di auto made in China, finalizzati a bilanciare i sussidi che l’industria cinese riceve invece da Pechino. Tale maggiorazione tariffaria dovrebbe indurre le case automobilistiche straniere a localizzare la produzione di veicoli elettrici in Europa, tutelando in parte la filiera automotive del vecchio Continente. Tuttavia quest’ultima potrebbe essere ugualmente minacciata dal trasferimento sul territorio UE delle stesse aziende cinesi.
SUV e Berline
In base ai dati riportati nell’analisi, l’aumento al 25% delle tariffe UE su tutte le importazioni di veicoli dalla Cina, renderebbe le berline e i SUV di medie dimensioni di Pechino più costosi dei loro equivalenti europei, favorendo la produzione locale. Le conseguenze di questa policy, si legge nel rapporto, potrebbero però avere un impatto negativo sull’offerta ai cittadini, perché se da un lato andrebbero a limitare la concorrenza, dall’altro tenderebbero a ridurre l’accessibilità dei prezzi. È dunque fondamentale che una tariffa più elevata sia accompagnata da una spinta normativa allo scopo di raggiungere l’obiettivo del 100% di auto a zero emissioni nel 2035.
Investimenti nelle batterie
Un ulteriore svantaggio per l’Europa, in termini economici, di tecnologia e di catene di fornitura, viene dai sussidi governativi cinesi e americani, al settore delle batterie agli ioni di litio. Per quanto riguarda la Cina, ad esempio, gli ingenti investimenti nel comparto fanno sì che le celle costino almeno il 20% in meno rispetto all’Europa, con un’enorme sovraccapacità produttiva del Paese asiatico. T&E ritiene quindi che siano necessarie misure industriali, come sussidi per la produzione pulita e circolare e obiettivi “Made in EU”, per stimolare la produzione locale di celle. Poiché nessuna di queste misure è attualmente in vigore, si dovrebbe prendere in considerazione un aumento anche per le tariffe relative all’import di celle delle batterie. Rispetto agli Stati Uniti e alla Cina, l’UE ha attualmente le tariffe più basse.