È stato presentato oggi a Roma il Rapporto Rifiuti Urbani dell’ISPRA 2024, un documento completo sulla gestione dei rifiuti in Italia e in Europa, che ingloba dati su produzione, raccolta differenziata, trattamento (compostaggio, incenerimento, smaltimento in discarica), costi di gestione e analisi dei flussi, sia a livello nazionale che regionale. Nel Rapporto vengono, inoltre, esaminate le normative europee e nazionali in materia, con gli annessi obiettivi di riciclo e recupero, gli investimenti del PNRR, nonchè l’implementazione della tariffazione.
SCARICA IL RAPPORTO RIFIUTI URBANI ISPRA 2024
Riciclo dei rifiuti urbani in Italia e in Europa
Indubbiamente il riciclo dei rifiuti urbani rappresenta una delle sfide più significative per i Paesi europei nell’ambito della transizione verso un’economia circolare. Il documento redatto da ISPRA mostra, in particolare, le quantità complessive di immondizia destinata a riciclaggio in Europa, con dati relativi sia alle frazioni secche che alle quote di frazione organica.
Nella classifica europea del riciclo dei rifiuti urbani, l’Italia si contraddistingue per un consistente aumento quantitativo pari a +409mila tonnellate (+2,8%), emergendo tra le nazioni che hanno registrato i maggiori miglioramenti nel settore. Nonostante le difficoltà complessive oggettivamente riscontrate dall’UE a 27 – che con 111,4 milioni di tonnellate, si attesta su 788 mila tonnellate in meno rispetto al 2020 (-0,7%) e 6,4 milioni di tonnellate in meno rispetto al 2021 (-5,5%) – il nostro Paese si pone in controtendenza. Stati come la Germania e i Paesi Bassi hanno riportato significative riduzioni nei volumi di rifiuti riciclati, rispettivamente -4,4% e -9,1%. In termini percentuali, le contrazioni più marcate sono avvenute in Bulgaria (-22,1%) e Finlandia (-11,4%). Al contrario, l’Italia, insieme a nazioni come la Polonia (+8%), Croazia (+26,5%) e la Lettonia (+23,1%), ha mostrato progressi rilevanti.
“Questi dati confermano che siamo sulla strada giusta. Ridurre i rifiuti è essenziale, ma è altrettanto importante recuperarli, soprattutto in un Paese povero di materie prime critiche come il nostro, dove diventano risorsa preziosa. Attraverso semplificazioni normative e sostegno agli investimenti, il Ministero dell’Ambiente sta rendendo questo percorso più efficace, offrendo strumenti concreti a cittadini, imprese e territori. È un lavoro di squadra: è questa la chiave per raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi” ha dichiarato il viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannia Gava intervenendo durante l’illustrazione del Rapporto, a Roma.
I numeri dell’Italia su frazioni secche e compostaggio
Più nel dettaglio, con riguardo alle frazioni secche dei rifiuti urbani, destinate a operazioni di riciclo come la separazione e il recupero di materiali, l’Italia ha registrato una crescita del +4,1% (+326 mila tonnellate). Un altro ambito significativo è poi quello del trattamento della frazione organica, mediante compostaggio e digestione anaerobica, che permette di trasformare i rifiuti in risorse come compost e biogas. Nel 2022, l’Italia ha incrementato il trattamento di rifiuti organici dell’1,2% (+83 mila tonnellate).
Il recupero energetico dei rifiuti urbani
Un dato rilevante nel Documento, sono le informazioni inerenti alla quantità di rifiuti destinata al recupero energetico, rispetto al classico e nocivo incenerimento. Emerge, infatti, che sono stati destinati a incenerimento senza recupero di energia 1,072 milioni di tonnellate, una quantità molto contenuta rispetto ai 57,450 milioni di tonnellate trasformate in energia. In questo ambito, tra i Paesi europei più virtuosi si distinguono la Germania, con 15,2 milioni di tonnellate, e la Francia, con 11,3 milioni di tonnellate.
Tuttavia, nel triennio 2020-2022, le quantità di rifiuti urbani avviate al recupero energetico hanno subito complessivamente una diminuzione del 5% (-3,1 milioni di tonnellate), calo che ha interessato 16 Paesi membri. Le riduzioni più significative, in termini percentuali, si sono osservate in Bulgaria (-25,6%; -33 mila tonnellate), Finlandia (-16,2%; -313 mila tonnellate) e Danimarca (-15,3%; -388 mila tonnellate). Tra gli Stati membri in cui il trend è in crescita vi sono invece la Romania (+44%; +131 mila tonnellate), la Lituania (+43,3%; +151 mila tonnellate) e la Spagna (+12,3%; +271 mila tonnellate).
Le principali sfide nella gestione dei rifiuti urbani in Italia
Le principali sfide nella gestione dei rifiuti urbani in Italia includono una serie di problematiche complesse, che spaziano da produzione e raccolta differenziata, al trattamento e smaltimento, fino alla necessità di un adeguamento normativo e impiantistico. In sintesi, lo scenario delineato negli ultimi anni richiede un approccio integrato e coordinato a livello nazionale e regionale.Tra e challenge principali Il Rapporto Ispra evidenzia in particolare:
- Divario impiantistico e territoriale
Esiste una notevole disomogeneità nella distribuzione degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti tra le diverse regioni italiane. In particolare, il Sud presenta spesso carenze infrastrutturali, con conseguente difficoltà nel chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti a livello regionale. Inoltre, il trasporto di rifiuti tra regioni è una pratica diffusa, con alcune regioni, come la Lombardia, che ricevono grandi quantità di rifiuti da altre regioni per l’incenerimento. Questo crea un sistema inefficiente e non conforme al principio di autosufficienza.
- Smaltimento in discarica:
Nonostante una riduzione dello smaltimento in discarica negli ultimi anni, questa pratica rimane ancora significativa, soprattutto in alcune aree del Paese.
Purtroppo molti rifiuti urbani vengono smaltiti in discarica ancora senza pretrattamento, nonostante l’esistenza di tecnologie per ridurre il volume e la pericolosità dei rifiuti.
- Raccolta differenziata:
Sebbene la raccolta differenziata sia in aumento, ci sono ancora forti differenze tra le regioni. Un ulteriore aspetto critico è poi la presenza di scarti che non possono essere riciclati. La raccolta di alcune frazioni, come i rifiuti tessili e quelli pericolosi di origine domestica, necessita di maggiore implementazione.
- Gestione dei rifiuti organici:
La frazione organica rappresenta una quota significativa dei rifiuti urbani e la sua corretta gestione è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio.
Esiste una variabilità nella tipologia di trattamento dei rifiuti organici, con il compostaggio, la digestione anaerobica e il trattamento integrato anaerobico/aerobico. In Italia la capacità degli impianti di trattamento biologico è ancora insufficiente in alcune aree del Paese.
- Costi di gestione:
La gestione dei rifiuti urbani implica costi elevati per i Comuni, che devono garantire servizi di raccolta, trasporto, trattamento e smaltimento. Nel Bel Paese l’introduzione di una tariffazione puntuale è ancora in fase di implementazione.