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Rifiuti speciali, nel 2022 la produzione è diminuita del 2,1%. Il report ISPRA

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Il 50% dei rifiuti speciali proviene dal settore delle costruzioni e demolizioni. La produzione è diminuita anche per i rifiuti pericolosi. Resta invece lontano dalla soglia prevista per il 2015 il riutilizzo dei veicoli fuori uso.

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In discesa la produzione dei rifiuti speciali

Il rapporto 2024 dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale delinea una situazione incoraggiante in merito a produzione e smaltimento dei rifiuti non urbani.

Le rilevazioni del Centro Nazionale dei Rifiuti e dell’Economia Circolare dell’ISPRA si riferiscono al 2022 anno in cui la minor produzione di rifiuti speciali è dipesa dal conflitto in Ucraina e dalla crisi energetica.
I dati trattano la distribuzione e gestione in Italia dei rifiuti pericolosi, dei non pericolosi e dei rifiuti critici.

Dal Rapporto Rifiuti Speciali 2024 dell’ISPRA, si rileva che le attività industriali, commerciali, artigianali, di servizi, di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale hanno generato complessivamente 161,4 milioni di tonnellate di rifiuti speciali.
Tale valore registra una diminuzione del 2,1%, – equivalente a oltre 3,4 milioni di tonnellate in meno – rispetto all’anno precedente.

Anche nel 2022 il settore delle costruzioni e demolizioni è quello con la maggiore produzione totale di rifiuti speciali.
Concorre al 50% alla produzione complessiva, con quasi 80,8 milioni di tonnellate.

Rifiuti pericolosi e non

I rifiuti non pericolosi, che rappresentano il 93,8% del totale dei rifiuti speciali, nel 2022 sono diminuiti dell’1,8%, per un totale di 2,7 milioni di tonnellate, raggiungendo i 151,4 milioni di tonnellate.
In riduzione anche i rifiuti pericolosi, che hanno sfiorato la soglia dei 10 milioni di tonnellate, grazie a una diminuzione del 6,4%, pari a 2,7 milioni di tonnellate.

Il settore manifatturiero, anche per il 2022, è il principale produttore di rifiuti pericolosi. Incide con una percentuale del 37,3%, corrispondente a 3,7 milioni di tonnellate.

Produzione e gestione dei rifiuti speciali

È il nord Italia a produrre più della metà dei rifiuti speciali, per un ammontare di 92,7 milioni di tonnellate. La sola Lombardia ne produce 35,3 milioni.
Segue il sud Italia, con 40,6 milioni di tonnellate di rifiuti speciali prodotti nel 2022, secondo il report ISPRA.
La produzione del Centro Italia è di soli 28,1 milioni di tonnellate, di cui più di un terzo (11,2 milioni di tonnellate) nel Lazio.

Lo smaltimento in discarica rappresenta, fortunatamente, una modalità di gestione dei rifiuti speciali sempre più marginale, rappresentando solo il 5% del totale gestito.
Il restante 95% dei rifiuti speciali viene smaltito, riciclato o recuperato.

Il materiale recuperato, nel 2022, è stato di 127,6 milioni di tonnellate, il 72,2%. Il 14,9% dei rifiuti sono stati invece smaltiti.

Rifiuti speciali critici

L’ISPRA dedica una parte del rapporto anche ai rifiuti speciali che presentano criticità gestionali.
Il rapporto evidenzia che è stato riciclato il 79,8% dei rifiuti da costruzione e demolizione e sono diminuiti (del 3%) i rifiuti sanitari pericolosi.

Inoltre i rifiuti contenenti amianto sono diminuiti del 28,3% rispetto al 2021, sono state gestite 520 tonnellate di pneumatici fuori uso e che i fanghi di depurazione delle acque reflue urbane sono diminuiti di 40 mila tonnellate.

Si legge infine che i veicoli fuori uso sono stati riutilizzati nell’86% dei casi. Questo dato indica che l’obiettivo dell’85% previsto dall’art. 7 comma 2 del d.lgs. n. 209/2003 è stato superato, ma che si è ancora lontani dall’obiettivo del 95% che la norma fissava per il 2015.

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