Ancora un primato per il nostro Paese in materia di economia circolare. L’Italia, con 183mila tonnellate raccolte ed il 98% avviato alla rigenerazione, è infatti prima in Europa per ritiro e riciclo degli oli minerali provenienti dal settore industriale e dalle officine.
Riciclo olio esausto
Con 183mila tonnellate raccolte ed il 98% avviato alla rigenerazione, l’Italia guadagna il primo posto sul podio in Europa per riciclo di oli minerali provenienti dal settore industriale e dalle officine. Dati eloquenti riportati dal Rapporto di Sostenibilità 2023 del Conou, il Consorzio ambientale nazionale oli usati, in cui si evidenzia un tasso di circolarità alle soglie del 100%. In particolare, la regione più virtuosa sembra essere la Lombardia con il 22% del totale raccolto, seguita dal Veneto (12%). In generale, al Nord si attribuisce il 58% del totale raccolto sull’intero territorio nazionale, mentre il Sud e le isole arrivano al 23%. Le regioni del Centro, invece, contribuiscono con una raccolta del 18%, con un 14% distribuito equamente tra Lazio e Campania.
I benefici per l’energia e per l’ambiente
Numeri così importanti indicano un impatto sull’ambiente considerevole, evitando l’emissione in atmosfera di circa 127 mila tonnellate di CO2 equivalente, con una riduzione del 57% rispetto al sistema alternativo, che prevede la generazione di basi lubrificanti vergini, diesel e prodotti bituminosi. A questi vanno aggiunti la riduzione del consumo di combustibili fossili (circa 7 milioni di GJ in meno), il miglioramento della qualità e il minore sfruttamento del suolo (90%), 60 milioni di metri cubi di acqua risparmiata, un beneficio in termini di incidenza di malattie dovute all’emissione di particolato, inferiore del 92%. Inoltre, va tenuto in considerazione che le attività della filiera del riciclo hanno dato lavoro a 1.857 persone.
Il primato italiano in UE
In materia di economia circolare l’Italia non si può certo lamentare. I dati relativi alla gestione dell’olio esausto confermano il quadro dipinto dall’ultimo Rapporto sull’Economia Circolare 2024, stilato dal CEN (Circulary Economy Network) in collaborazione con l’ENEA, in cui lo Stivale è passato, in un decennio, dal 37,6% al 49,2% di tasso di riciclo dei rifiuti urbani e fa parte del gruppo di 9 paesi in linea con gli obiettivi europei (Early Warning Report, Commissione europea, 2023). Dati ancor più positivi riguardano poi il tasso di riciclo di tutti i rifiuti, speciali e urbani. Secondo il Rapporto, nel nostro Paese si è verificato un incremento di 8 punti percentuali ed un tasso di riciclaggio di tutti i rifiuti, speciali e urbani, pari al 72% nel 2020. Ottimo è anche il tasso di riciclo degli imballaggi, dove l’Italia ha la migliore performance europea, con il 71,7% di riciclo complessivo degli imballaggi a fronte di una media UE del 64%.
La filiera del riciclo dell’olio
Il merito di aver creato un sistema efficiente in materia di riciclo dell’olio, va soprattutto ai 59 concessionari che, nell’attività di raccolta e micro-raccolta (si contano 6,641 mila conferimenti con 678 automezzi) hanno ritirato l’olio da 103mila produttori su tutto il territorio nazionale. Si tratta, nel 12% dei casi di industriali e nell’88% di officine. La maggior parte delle 183mila tonnellate sono state cedute ai tre impianti di rigenerazione. Solo 2,8 mila tonnellate sono andate nei termovalorizzatori, mentre una quantità minima pari a 600 tonnellate è stata ceduta per la termodistruzione negli inceneritori.
L’impatto economico
L’impatto economico totale della filiera della gestione degli oli esausti supera gli 81 milioni di euro, registrando un aumento del 12% rispetto al 2022. In Italia il fabbisogno di materie prime fossili importate si è ridotto per circa 105 milioni di euro.