La Presidenza italiana del G7 segna un nuovo passo nella transizione verso un’economia circolare nei settori tessile e moda, con il lancio dell’Agenda G7 ACT. Presentata durante l’evento al MAXXI di Roma, alla presenza del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, l’Agenda mira a promuovere sostenibilità, trasparenza e innovazione, trasformando il settore in un modello virtuoso per il futuro.
Un’Agenda volontaria comune
L’economia circolare non è solo una necessità, ma è anche una grande opportunità per innovare prodotti e processi ed essere più efficienti. È questo il concetto chiave emerso con l’approvazione dell’Agenda G7 ACT, un piano concreto di azioni politiche, iniziative industriali e cooperazione tra le Nazioni nel settore del tessile e della moda.
L’iniziativa segue la volontà manifestata, lo scorso aprile, dai Ministri G7 riuniti alla Reggia di Venaria Reale, di sviluppare, entro la fine del 2024, un’ Agenda volontaria comune per la circolarità del settore tessile e della moda tra governi, imprese, stakeholder e partner.
I pilastri dell’Agenda G7 ACT
La G7 ACT punta quindi a guidare la moda e il tessile verso un approccio circolare, affrontando sfide cruciali come la progettazione di prodotti duraturi e riciclabili, l’utilizzo di materiali innovativi, con una maggiore attenzione al design sostenibile, la trasparenza lungo le catene del valore, per contrastare fenomeni come il greenwashing e garantire condizioni di lavoro dignitose. Risulta poi indispensabile lo sviluppo di infrastrutture per il riciclo e sistemi efficienti per la gestione dei rifiuti tessili.
“A Venaria abbiamo lanciato una sfida: definire entro quest’anno un’Agenda di azioni volontarie comuni per compiere insieme passi significativi e concreti. Crediamo si debbano superare insieme gli ostacoli economici alla transizione verso modelli di business più sostenibili e circolari”, – ha riferito il ministro Gilberto Pichetto Fratin, evidenziando l’importanza di “valorizzare il design sostenibile”, “depotenziare il modello fast fashion e ridurre la produzione di rifiuti e l’inquinamento”.
Obiettivi strategici: trasparenza, innovazione e riciclo
Tra gli obiettivi strategici dell’Agenda, che punta a trasformare il settore tessile in un modello di economia circolare, promuovendo al contempo equità e sostenibilità, spiccano dunque:
- assicurare la tracciabilità dei materiali per ridurre il greenwashing;
- incentivare l’uso di materiali riciclati, diminuendo la dipendenza da materie prime non sostenibili;
- investire in infrastrutture per il riciclo e sistemi avanzati di gestione dei rifiuti tessili.
In particolare, la Vicepresidente per l’Export e gli Investimenti Esteri di Confindustria e rappresentante del B7 Italy, Barbara Cimmino, ha rimarcato come uno degli elementi fondamentali per garantire la competitività del settore tessile, e di tutta l’industria in generale, è lo “shift” da un modello economico lineare a un modello circolare: “Questo passaggio è imprescindibile per rispondere alle sfide legate alla scarsità di materie prime, alla riduzione degli impatti ambientali e sociali, e per promuovere un’economia che rispetti i principi di sostenibilità”.