A Ceccano (Frosinone) l’azienda Itelyum Regeneration, una delle più importanti nell’economia circolare, ha inaugurato un impianto di riciclo all’avanguardia, in grado di trattare oltre 20 tonnellate all’anno di magneti permanenti.
L’importanza del riciclo
Il riciclo dei minerali e in particolare delle terre rare (TR) costituisce uno dei cardini dell’economia circolare, settore che ha trovato a Ceccano, in provincia di Frosinone, un esempio virtuoso. In effetti, all’interno del locale stabilimento dell’Itelyum Regeneration è stata inaugurata una nuova infrastruttura all’avanguardia nello smaltimento dei [c.d.] e-wastes, ossia i rifiuti elettronici.
Sarà un impianto in grado di lavorare oltre 20 tonnellate all’anno di magneti permanenti (PM), derivanti soprattutto dai dischi rigidi dei computer, oltreché dalla componentistica dei motori termici e elettrici. Alla base, l’Itelyum Regeneration ha sfruttato un innovativo processo idrometallurgico, sviluppato e brevettato dall’Università degli Studi dell’Aquila.
In sintesi, si tratta di quel processo attraverso cui si dissolvono i minerali in una fase acquosa, per poi riottenere il minerale d’interesse dalla soluzione. Ebbene, la metodologia dell’ateneo aquilano ha messo a punto una pulitura a basso impatto ambientale delle terre rare. Il tutto, mediante il ricorso a soluzioni acide organiche riutilizzabili fino a cinque volte.
Un respiro europeo
Il programma, triennale (2022–2024), sotto l’egida di un Consorzio, vedrà il coordinamento di Erion e l’apporto di altri sette attori. Nello specifico, Itelyum, Osai, Ku Leuven, Treee, Smart Waste Engineering, Glob Eco e la stessa Università degli Studi dell’Aquila.
L’opera, inoltre, rientra nel progetto europeo New-Re, volto a migliorare “la circolarità delle terre rare a livello europeo“. Un piano ‘verde’ – sostenuto a sua volta da Eit RawMaterials – dalla forte portata geo-economica.
In effetti, nella misura in cui circa il 98% delle terre rare è oggi d’importazione cinese, un disegno europeo di riciclo pone in essere plurali direzione. In primis, significherà aumentare l’autonomia continentale, riducendo una parte dei costi e dunque aumentando i profitti. Una garanzia tangibile, per la sostenibilità economica e ambientale dell’intera filiera.
Conseguentemente, l’auspicio sarà quello di arrivare a supportare la creazione di nuove catene del valore, tutte di marca europea.