La consapevolezza dell’importanza dell’economia circolare e del riciclo è visibile anche nel boom di richieste, da parte dei Comuni, per l’acquisto di eco-compattatori. Secondo quanto comunicato dal MASE, sono 686 le istanze pervenute. Ma l’Italia a che punto è per quel che riguarda la gestione dei rifiuti?
85% entro il 2030
In tema di economia circolare e gestione dei rifiuti, l’obiettivo dell’Unione Europea di arrivare all’85% entro il 2030 per il tasso di riciclo degli imballaggi è stato superato.
Per quanto riguarda in particolare carta e cartone, l’Italia si riconferma ancora una volta uno dei Paesi più virtuosi in Europa, con un ‘piano specifico di prevenzione’ approvato di recente dal Consiglio di amministrazione di Comieco (Consorzio Nazionale per il recupero e riciclo degli imballaggi cellulosici).
Il suo presidente, Alberto Marchi, ha sottolineato che, aver riciclato per oltre il 90% significa aver sottratto alla discarica oltre 4,7 milioni di tonnellate di rifiuti. Allo stesso tempo, come evidenziato poi dal direttore generale del Consorzio, Carlo Montalbetti, oltre 700.0000 tonnellate sfuggono ancora al riciclaggio.
In particolare, sono le regioni meridionali a essere un po’ più indietro rispetto alla media nazionale, per carenze impiantistiche o sistemi organizzativi da migliorare. Cosa fare allora? Il Belpaese si sta muovendo su questo aspetto, e sono diversi i progetti e bandi già attivi.
Il programma sperimentale ‘Mangiaplastica’
Un esempio è il programma sperimentale ‘Mangiaplastica’, che promuove presso le amministrazioni comunali l’acquisto di eco-compattatori attraverso il riconoscimento di un contributo economico. Il MASE ha dato nota di 686 istanze pervenute, in leggero aumento rispetto allo scorso anno e per un totale di agevolazioni richieste pari a 19,6 milioni di euro, a fronte di una dotazione finanziaria disponibile di 10 milioni.
Tutto questo, al fine di avere anche una gestione virtuosa degli imballaggi, come osservato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. Ma nonostante il successo del programma sia stato anche messo in evidenza dal viceministro Vannia Gava, basterà questo a mirare a obiettivi più alti in termini di riciclaggio e raccolta differenziata?
I progetti
I progetti messi in moto su queste tematiche sono innumerevoli. Per esempio, il Gruppo Hera da sempre ha perseguito strategie industriali improntate sulla sostenibilità e sull’economia circolare, raggiungendo già oggi un risultato importante che era stato fissato al 2025: un tasso di riciclo del 65%.
L’azienda poi è sempre impegnata a pianificare nuove soluzioni di recupero dagli scarti e rifiuti per la produzione di biocarburanti, puntando anche sul riuso delle acque reflue depurate, sulla riduzione dei consumi idrici e sulla generazione da fanghi di depurazione.
Anche una recente analisi di Utilitalia, realizzata in collaborazione con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), parla dei 188 gli impianti del Belpaese che hanno prodotto nel 2022 circa 7 milioni di MWh di energia, con l’ambizione di sfruttare fondi del PNRR per realizzare nuovi siti di gestione e ammodernare gli esistenti, finanziando così almeno 1085 iniziative.
Gli eco-compattatori
Restando dunque in tema di riciclaggio, cosa sono gli eco-compattatori? E quanto sono realmente importanti? Si tratta di macchine utilizzate per la riduzione del volume di rifiuti solidi come carta, cartone, plastica e metalli, in modo da ottimizzare lo spazio di stoccaggio e il trasporto dei materiali da riciclare.
Queste tecnologie possono essere utilizzate per diverse situazioni e da differenti tipologie di enti, dalle imprese alle strutture pubbliche, dai supermercati agli uffici, offrendo una gestione dei prodotti più efficiente e contribuendo così alla sostenibilità.
Un impatto energetico non indifferente
Allo stesso tempo, parliamo di dispositivi che hanno un impatto energetico non indifferente, e questo sia durante il loro funzionamento, che durante la produzione e lo smaltimento. Il loro consumo dipende di certo dalla potenza del motore e dalla frequenza di utilizzo, ma in ogni caso, per rimanere conformi con gli obiettivi di transizione, è importante puntare su prototipo più efficienti.
In generale poi, per evitare uno spreco energetico è importante adottare alcune strategie, che non riguardano solo un maggior investimento su tecnologie più avanzate e performanti, ma anche optare per l’utilizzo di fonti rinnovabili per alimentare i compattatori, trovando il giusto equilibrio tra i benefici ambientali ed energetici e i costi associati.
Economia circolare è ancora frenata
A livello europeo comunque, l’economia circolare è ancora frenata, e per fortuna l’Italia è uno dei Paesi dalle migliori performance.
Anche un rapporto pubblicato a marzo dall’Agenzia europea dell’ambiente (Eea) conferma come ci siano sicuramente dei progressi nel settore ma con troppe incertezze ancora da verificare, legate magari a una sorta di disaccoppiamento tra la crescita economica e il consumo di risorse.
Inoltre, il modello economico lineare presenta problemi non del tutto risolti, quali scarsità e prezzi in aumento delle materie prime, difficoltà di approvvigionamento, protezionismo e costi di gestione dei rifiuti alle stelle. È chiaro dunque come bisogna fare di più, nonostante non manchino le iniziative.