Roma, 09/03/2025 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Cybersicurezza per la difesa delle infrastrutture critiche. Il resoconto di CyberSEC2025

11CyberSEC2025
Home > News > Cybersicurezza per la difesa delle infrastrutture critiche. Il resoconto di CyberSEC2025

Infrastrutture critiche ed energetiche sempre più esposte a minacce fisiche e digitali. Al centro del dibattito della quarta edizione di CyberSEC2025 la necessità di una strategia di difesa comune europea per contrastare cyber attacchi su larga scala. Regolamentazione, cooperazione internazionale e formazione indicate come leve essenziali per garantire la resilienza di settori strategici come quello energetico.

Il dibattito sulla difesa delle Infrastrutture critiche

In un contesto geopolitico sempre più frammentato, con il rischio di un’escalation di ostilità, il dibattito sulla difesa delle infrastrutture strategiche, tra cui quelle energetiche, dagli attacchi cyber assume un ruolo cruciale. Questo tema è stato al centro di CyberSEC2025, la conferenza internazionale sulla cybersicurezza organizzata e promossa dal quotidiano del nostro gruppo editoriale, Cybersecurity Italia.

La quarta edizione, svoltasi il 5 e 6 marzo presso i Saloni di Rappresentanza della Caserma Salvo D’Acquisto a Roma, era intitolata “AI, Crittografia Post-Quantum, Spionaggio e Geopolitica: il nuovo mondo della Cybersecurity”. Oltre a trattare i temi classici della sicurezza informatica, come virus e malware, la conferenza ha offerto una panoramica approfondita sulle potenzialità delle nuove tecnologie, evidenziando come esse possano trasformarsi in vulnerabilità a seconda del contesto.

Protezione dei dati: una nuova priorità geopolitica

Uno dei concetti chiave emersi da CyberSEC2025 è che i nuovi confini da difendere non sono più solo fisici, ma digitali: i dati sono diventati il nuovo terreno di scontro. Durante i conflitti, come dimostra la guerra russo-ucraina, le infrastrutture critichecavi sottomarini, reti e centrali energetiche—sono bersagli primari. Tuttavia, la minaccia bellica oggi si estende oltre il dominio fisico. Gli attacchi cyber, sempre più diffusi a livello globale, prendono di mira sia obiettivi civili che militari, rappresentando una sfida altrettanto grave.

In questa direzione è andato, ad esempio, il panel “Cyberdefence e difesa comune dell’Unione Europea: strategie e cooperazione”, che ha visto la partecipazione degli onorevoli Alessandro Alfieri (Senato), Pino Bicchielli (Camera), Enrico Borghi (Senato) e Andrea Gilli (Ministero della Difesa). Il dibattito ha evidenziato la mancanza di una strategia europea di difesa comune, sottolineando come una maggiore cooperazione potrebbe rafforzare la resilienza dell’Unione Europea di fronte a un cyber attacco su larga scala. Con una strategia condivisa, ad affrontare la minaccia non sarebbero più 27 singoli Stati, ma un corpo comune.

Verso una strategia di sicurezza nazionale

Anche il Presidente del COPASIR, l’on. Lorenzo Guerini, ha affrontato il tema della strategia di difesa nel suo intervento, illustrando la proposta di legge depositata alla Camera lo scorso ottobre. Il DDL Guerini mira ad aggiornare la legge 124 del 2007, potenziando l’architettura della sicurezza nazionale attraverso l’introduzione di una strategia triennale.

L’Italia è attualmente l’unico Paese del G7 a non disporre di un documento ufficiale di sicurezza nazionale. Una strategia chiara consentirebbe di collegare più efficacemente gli obiettivi politici alle risorse disponibili, orientandole verso priorità definite. A sovrintendere alla sua attuazione sarà l’Autorità delegata, che assumerà un ruolo simile a quello di consigliere per la sicurezza nazionale. Oggi la sicurezza nazionale va ben oltre la dimensione militare: la cybersicurezza è diventata un elemento cruciale, ampliando il ventaglio delle minacce. Penso all’energia, alla protezione delle infrastrutture e alla tutela della democrazia. Dotarsi di una bussola strategica significa rafforzare la capacità del Paese di difendersi, tracciando con consapevolezza la direzione da seguire. Solo attraverso uno spirito condiviso è possibile compiere scelte strategiche nell’interesse della nazione.”

ha dichiarato il Presidente del COPASIR, Lorenzo Guerini a CyberSEC2025.

AI, deep fake e cybercrime

Tra i temi più discussi di questa edizione vi sono stati anche l’intelligenza artificiale e i deep fake, analizzati sia come strumenti di rilevanza geopolitica, sia come nuove armi del cybercrime. Emblematico, in questo contesto, l’intervento di Luigi Portaluri, di Magnet Forensics, che ha evidenziato la necessità di standard chiari e di una regolamentazione efficace. Ha inoltre sottolineato l’importanza della formazione specifica per riconoscere le manipolazioni digitali, sempre più sofisticate e pervasive.

Formazione: la chiave per la sicurezza futura

CyberSEC2025 ha ribadito come la sicurezza informatica non sia solo una questione tecnologica, ma anche culturale. La consapevolezza e la preparazione dei professionisti del settore, così come della società civile, sono essenziali per contrastare le minacce in continua evoluzione. Investire in formazione e ricerca rappresenta quindi la strada maestra per costruire una resilienza efficace e duratura nel panorama della cybersecurity globale.

Articoli correlati