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ComoLake2023. Intervista a Paolo Rocco Viscontini, Presidente di Italia Solare

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“C’è bisogno di più dialogo e di puntare tutto sulle rinnovabili”. Il Presidente di Italia Solare, Rocco Viscontini, in occasione di ComoLake2023, ha sottolineato l’importanza dei sistemi di accumulo per lo sviluppo del fotovoltaico in Italia, e della possibilità di aprire tavoli di confronto con i decisori politici per prevenire disaccordi e inutili rallentamenti alla transizione energetica.

Cosa serve perchè il fotovoltaico possa dare il suo contributo all’indipendenza energetica?

Serve focus sulle soluzioni tecnologiche corrette. Si perde spesso troppo tempo, a mio avviso, a parlare di tecnologie che non sono ancora davvero sfruttabili come serve al nostro Paese. Le rinnovabili, fotovoltaico, ma anche eolico, sono tecnologie consolidate, economicamente convenienti, bisogna solamente aumentare le realizzazioni. Servono quindi, meno distrazioni, e anche molto più dialogo, tra gli stakeholder, chi dalla mattina alla sera si occupa di questi temi e la politica. Dicevo, i decreti purtroppo vengono ancora troppo spesso fatti a stanze chiuse e poi quando escono hanno tanti problemi. Ma perché non aprire un po’ la discussione? Poi, per carità, il legislatore decide, però poi non è così e ci si trova sempre a rincorrere problemi anche grossi che ci sono nelle leggi e che impediscono di fatto poi le realizzazioni. Quindi c’è un sostanziale rallentamento della transizione energetica. Questo si deve risolvere.

Mentre i cittadini dal canto loro hanno recepito bene le possibilità del fotovoltaico? 

Assolutamente si. Un po’ grazie alla riduzione dei costi degli impianti, un po’ a causa dell’ esperienza tragica recente, purtroppo ancora attuale, lato costi dell’energia. Lo sappiamo tutti. Ci ricordiamo le bollette dell’anno scorso, che sono arrivate a 10 volte, come costo di quota dell’energia. Oggi la situazione si è calmata, si è ridotta l’emergenza, però ricordiamoci che siamo ancora tra due, tre volte i prezzi che c’erano prima della crisi e non sappiamo cosa succederà. La dipendenza dall’estero rimane, abbiamo sostituito la Russia con i Paesi del Nord Africa, magari andrà bene, ma insomma non è che ci sono tante situazioni tranquille. Io credo che sia preciso dovere di chi decide per noi di accelerare la vera sovranità energetica, visto che questo termine piace. Si può fare anche più velocemente puntando davvero alle rinnovabili, insieme agli accumuli. Quindi fotovoltaico, nel nostro caso, che è sicuramente la tecnologia principe per la generazione distribuita. Secondo i dati dell’RSE, in uno studio relativo alla decarbonizzazione al 2050, per avere un sistema energetico davvero decarbonizzato, occorre che il fotovoltaico copra almeno il 65% del fabbisogno elettrico nazionale. Siamo al 10%, si può fare molto di più, e per farlo però serve davvero una volontà precisa. Tralaltro fotovoltaico ed eolico devono andare sempre a braccetto con gli accumuli. Spesso ci dicono – ah ma le fonti rinnovabili non sono prevedibili, non sono programmabili -. Non è vero, si può stoccare l’energia nelle ore diurne per renderla disponibile di notte. La classica osservazione che ci fanno è – “Ah ma non basta” – è vero non basta, però gli accumuli ci sono, si stanno sviluppando tantissimo, i costi si stanno riducendo, ma se ne parla troppo poco. Si parla troppo di nucleare e poco di ciò che invece c’è e possiamo davvero usare.” 

E dunque che occasione è stata quella di ComoLake2023, proprio per interfacciarsi anche con gli esponenti del governo?   

Beh sicuramente importantissima, perché credetemi, non è facile avere un dialogo diretto con chi poi ha potere decisionale. Soprattutto per soggetti come noi. Italia Solare rappresenta tutta la filiera del fotovoltaico, dai produttori, ai distributori, ai progettisti, nonché anche i proprietari degli impianti fotovoltaici. Noi siamo tanti, siamo tantissimi, siamo 1200 soci, 20mila persone  che lavorano nelle aziende socie. Continua crescita. È un settore che rappresenta una forza lavoro crescente davvero, perché molto distribuita sul territorio. Ma proprio perché siamo molto frammentati, si fa a volte fatica a riuscire ad ottenere il peso giusto nei tavoli che contano.”                               

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