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Il futuro dell’olio di palma in Malesia: prospettive energetiche e margini di profitto

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L’olio di palma e i biocarburanti sono fondamentali per l’economia della Malesia, un tema rispetto a cui le principali aziende si stanno interrogando sui margini di profitto per il 2025. Anche da questo, dipenderà una buona parte delle prospettive dell’economia nazionale.

Prospettive economiche

Il mercato e le esportazioni dell’olio di palma, in Malesia, sono uno dei temi più importanti, dal punto di vista geoeconomico, in questo inizio di anno 2025. Nel Paese asiatico, in effetti, operano degli importanti attori che sono assurti a vettori nevralgici, anche in relazione alla necessità di raccogliere valuta estera.

Quelli dell’olio di palma e dei biocarburanti sono in effetti mercati di grande rilievo, con l’Asia al centro. E la Malesia, pienamente inserita e protagonista. Non per altro, visto quanto il tema della mobilità sostenibile sia dirimente alla luce dei paradigmi della transizione energetica. Per di più, le benzine ‘verdi’ rilegittimerebbero grandemente anche i motori endotermici, al posto di quelli completamente elettrici.

Con riferimento al quadrante malese, le previsioni dei prezzi della palma dovrebbero attestarsi in media tra i 4.300 e i 4.600 ringgit (il cambio è attualmente un ringgit, pari a 0,22 USD) per tonnellata metrica. Questo, però, nell’arco della prima metà del 2025. Tuttavia, dalla seconda metà dell’anno, ci potrebbe essere una inversione di tendenza.

Oltre il mercato

Da ormai diversi anni, l’olio di palma si è trasformato in uno straordinario oggetto del contendere. Ha così assunto connotati marcatamente politici, geopolitici e geoeconomici. Si pensi agli stessi dibattitti interni alla società civile.

Per intere economie del Sud-Est asiatico, è una merce preziosa, terreno di conquista per le multinazionali agroalimentari e fulcro per le catene del valore regionali. Tant’è che – in ordine – i principali esportatori globali sono l’Indonesia (che da sola ne produce il 50% del totale mondiale) e la stessa Malesia. L’olio di palma è al centro dell’industria alimentare e dei biocarburanti.

Dall’altro lato, per alimentarne le produzioni, le piantagioni spesso sorgono su terre originariamente coltivabili dai piccoli contadini locali. Insieme alle grandi opere di espropriazione – con lo sconvolgimento di interi tessuti sociali ed economici, nonché i fenomeni speculativi – si vanno ad affiancare le condizioni critiche dei lavoratori.

Una realtà specifica

A riprova della situazione attuale, la Reuters ha citato una specifica realtà produttiva. Quella della FGV Holdings, azienda agroalimentare con sede a Kuala Lumpur. Dalle loro più recenti analisi, in effetti, si è previsto che le raccolte di olio di palma cresceranno tra il 5% e l’8% nel 2025.

Negli ultimi mesi, l’olio di palma è stato scambiato con un premio rispetto ad altri oli ‘rivali’alternativi’. Le inondazioni nei principali produttori di Indonesia e Malesia hanno infatti portato ad un’interruzione delle forniture. L’aumento dei ricavi, però, ha dimostrato come il settore sia comunque in piena espansione.

In una nota che ha redatto la stessa FGV ha illustrato come i ricavi per il 2024 siano saliti a 22,2 mld di ringgit dai 19,4 mld del 2023. Il dividendo finale ha raggiunto i cinque centesimi per azione.

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