Nel comparto del biometano si è conclusa un’importante operazione finanziaria, che ha visto Verdalia Bioenergy acquisire cinque impianti nell’Italia settentrionale.
Finanza e biometano
Verdalia Bioenergy – con il supporto dei fondi strutturali di Goldman Sachs Alternatives – ha completato un’importante operazione finanziaria, acquisendo cinque impianti di biometano nel Nord Italia. In qualità di venditori, c’erano la Green Arrow Capital e la Lazzari&Lucchini (L&L), che attraverso fondi da loro controllati, in precedenza possedevano i siti.
Al netto del cambio di assetti in sé, la cessione di proprietà ha dato nuovo vigore al quadrante italiano delle biomasse e ha assunto una grande portata in virtù dei margini promettenti di quei siti. Questi ultimi – tra Lombardia e Veneto – in fase avanzata di sviluppo, dovrebbero arrivare a produrre circa 170 Gigawattora (GWh), derivanti dal trattamento di 250.000 tonnellate di materie prime all’anno.
Inoltre, ben quattri di questi poli hanno beneficiato del sistema di incentivi previsti dal Decreto Ministeriale del 15 Settembre 2022. Il loro funzionamento dovrebbe cominciare l’anno prossimo, con le lavorazioni esclusivamente sui residui organici e l’obiettivo di abbattere l’equivalente di 50.000 tonnellate di emissioni di gas serra all’anno.
Un piano su larga scala
Il tutto, considerando che proprio la Verdalia è stata lanciata, nel Febbraio 2023, con l’obiettivo di investire, entro il 2026, almeno 1 mld di Euro nello sviluppo e realizzazione di simili infrastrutture. Quest’ultima operazione è rientrata dunque all’interno di un programma ben più complesso.
Si è dato così un seguito ad altre recenti attività di Verdalia, sempre nel Settentrione e nel 2024. In Maggio, infatti, aveva acquisito sette impianti operativi. Nonché, in Agosto, altri quattro progetti c.d. greenfield.
Allo stesso modo, anche Green Arrow Capital e il Gruppo L&L si sono dimostrati attori nevralgici all’interno del mercato. La loro capacità di investire per poi cedere ha contribuito ad innalzare l’interesse del settore privato per un settore che può solo crescere. Tant’è che – al 2023 – del mix energetico totale, biomasse e biocarburanti (insieme) costituivano il 10,5% (dati IEA).
Lo si è visto anche a livello comunitario, nella misura in cui l’Unione Europea ha qualificato il biometano come una ‘fonte rinnovabile’. Sia gli Stati che le aziende, dunque, possono considerarlo alla stregua dell’eolico e del solare, potendo contare su relativi incentivi economici.
Il ‘vettore’ Verdalia
A riprova del valore e delle prospettive, Matteo Grandi, Country Manager di Verdalia Bioenergy in Italia, illustrato la direzione delle scelte aziendali.
In questi termini: “Abbiamo completato con successo un’altra importante acquisizione, pienamente in linea con la nostra strategia di diversificazione. Un piano, che consiste nell’integrazione del nostro portafoglio sia di impianti già operativi che di progetti in via di sviluppo”.
E ancora: “Verdalia ha così ottenuto un ruolo da protagonista anche nella costruzione di impianti nel Paese. A questo scopo abbiamo raccolto le competenze necessarie sia a livello di gruppo che nei singoli paesi. Nei prossimi mesi, continueremo a espandere la nostra presenza in Italia e ad attrarre i migliori talenti del mercato”.