Nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea è stato pubblicato il pacchetto relativo all’utilizzo dei cosiddetti “gas verdi” negli Stati membri. Tra questi soprattutto idrogeno e biometano. Tra le priorità aumentare la trasparenza sulla qualità del gas e sui costi della sua gestione, nonchè prevedere un approccio armonizzato ai ruoli delle autorità di regolazione e rafforzare il coordinamento transfrontaliero.
Regolamento e Direttiva sui gas rinnovabili
“È opportuno preservare il diritto degli Stati membri di decidere se miscelare idrogeno nei rispettivi sistemi nazionali del gas naturale” È quanto si apprende dal Regolamento e la Direttiva UE su gas naturale e idrogeno, pubblicati il 15 luglio in Gazzetta Ufficiale. I provvedimenti disciplinano insieme il settore dei cosiddetti gas rinnovabili, abrogando il precedente quadro normativo. L’intento è quello ridurre progressivamente le emissioni nell’aria, nell’acqua e nel terreno, nonché di promuovere l’economia circolare e la decarbonizzazione. Concedere il lasciapassare alla produzione di idrogeno, fonte energetica controversa dal punto di vista della transizione energetica, rientra chiaramente tra gli sforzi fatti dall’Unione per contrastare la dipendenza dalle forniture di gas naturale russo. Si può facilmente affermare che il rinnovato meccanismo di sostegno allo sviluppo del mercato dell’idrogeno rifletta la situazione di crisi internazionale che stiamo vivendo, e gli interessi di sicurezza dei singoli Stati membri.
I dubbi sulla miscelazione
L’UE ribadisce che la miscelazione dell’idrogeno nel sistema del gas naturale dovrebbe essere una soluzione di ultima istanza, riconoscendo che si tratti di una forma meno efficiente rispetto all’utilizzo dell’idrogeno puro, riducendo peraltro il valore del combustibile. Inoltre, la decisione di mescolare idrogeno ed altri combustibili, va ad incidere non poco sulla gestione dell‘infrastruttura del gas naturale, sulle applicazioni per gli utenti finali e sull’interoperabilità dei sistemi transfrontalieri. Si dovrebbe, quindi, fare il possibile per evitare l’uso dell’idrogeno per applicazioni per le quali esistono alternative più valide dal punto di vista energetico.
La scadenza nel 2029
In base a quanto dichiarato nel testo normativo dei due atti europei, il meccanismo di sostegno al mercato dell’idrogeno dovrebbe scadere il 31 dicembre 2029, scadenza entro la quale la Commissione dovrebbe presentare al Parlamento europeo e al Consiglio una valutazione delle prestazioni effettuate. Sicuramente tra le priorità vi è aumentare la trasparenza sulla qualità del gas e sui costi della sua gestione, prevedere un approccio armonizzato ai ruoli e alle responsabilità delle autorità di regolazione e dei gestori dei sistemi, e rafforzare il coordinamento transfrontaliero.
Potenziamento del gas rinnovabile nelle regioni carbonifere
Da Regolamento, l’incremento delle quote di gas rinnovabile, con esplicito riferimento a idrogeno e biometano, è previsto soprattutto nelle regioni carbonifere e ad alta intensità di carbonio dell’Unione, dove la Commissione incoraggia evidentemente la penetrazione di gas a basse emissioni di carbonio. Lo scopo è decarbonizzare il più velocemente possibile processi industriali come il teleriscaldamento e lo stoccaggio di energia, accelerando in tal modo la graduale eliminazione dei combustibili fossili solidi. La Commissione sostiene, inoltre, la conversione dei combustibili fossili in idrogeno e biometano rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, nonché la formazione di una manodopera qualificata nel settore dell’idrogeno.