Come sottolinea l’ultimo Rapporto dell’Osservatorio Imprese dell’Università La Sapienza di Roma, un utilizzo massiccio di carburanti sintetici nel settore automotive è irrealistico, oltre che dannoso per l’ambiente. Lo studio spinge sui biocarburanti, sebbene anche per questi ultimi ci siano più contro che pro.
E-fuel vs biocarburanti
Puntare su e-fuel e idrogeno anziché auto elettriche o biocarburanti? La prospettiva, caldeggiata dalla Germania, viene ampiamente criticata in uno studio realizzato dall’Osservatorio delle Imprese dell’Università La Sapienza di Roma.
La ricerca, patrocinata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dimostra che un utilizzo massiccio di carburanti sintetici, liquidi o gassosi, prodotti a partire da energia elettrica rinnovabile per avere auto più ecologiche, è irrealistico, oltre che più dannoso per l’ambiente.
Il rapporto dell’Osservatorio Imprese della Sapienza
Nel rapporto “Siccità, Transizione auto, Case Green“, sono state presentate alcune delle possibili soluzioni al problema dell’inquinamento da trasporto su strada. Tuttavia, le conclusioni raggiunte in tema di transizione nel settore automotive hanno volontariamente emarginato l’e-mobility. In particolare, l’analisi si sofferma sulle potenzialità dei biocombustibili avanzati (non ricavati da colture alimentari), considerati l’unica vera alternativa alla proposta europea del tutto elettrico. Secondo gli autori gli E-fuel richiedono un dispendio eccessivo, sia in termini di energia elettrica, sia a livello economico.“Volendo coprire l’intera domanda di carburante per i trasporti da fonte rinnovabile con questa tecnologia, occorrerebbe dedicarvi, a oggi, più della metà del potenziale di produzione di energia rinnovabile: l’approccio costituito dagli e-fuel appare quindi al momento irrealistico”, si legge nel rapporto.
Cosa sono i biocarburanti?
Quando si parla di biocarburanti è opportuno distinguere tra quelli tradizionali e quelli avanzati. Per definizione, un biocarburante è un combustibile la cui energia si ottiene attraverso il processo di fissazione biologica del carbonio. Si tratta di un processo che prende carbonio inorganico (principalmente sotto forma di CO2) e lo trasforma in composti organici. In termini pratici, ogni combustibile prodotto da materia organica (vivente o che era in vita), in un breve periodo di tempo, è da considerarsi un biocarburante.
Pro e contro dei biocarburanti
Al contrario dei combustibili fossili quindi, che impiegano milioni di anni per formarsi, potrebbe sembrare che i biocarburanti siano combustibili economici ed illimitati. Ma non è così. Sebbene la produzione di biocarburanti tradizionali sia in forte aumento, la disponibilità di tali risorse è direttamente proporzionale alle porzioni di terreno fertile (sottratto all’agricoltura) da dedicare. Il rischio è che lo sfruttamento di foreste, zone umide e torbiere, riduca la capacità di assorbimento dell’anidride carbonica da parte dell’ecosistema vegetale. I biocarburanti avanzati, che partono da materie prime non pericolose per i terreni, sono di certo più sostenibili, ma anche per questi l’impiego di vasti terreni coltivabili da dedicare alle colture energetiche, implica problemi ambientali.