Il Nord Italia si sta dimostrando un quadrante di grande valore per le biomasse, anche a livello finanziario, come ha dimostrato la recente acquisizione della Siram Veolia di un impianto di biometano presso Lodi. In questi termini, si sta strutturando tutto un comparto, con annesse catene del valore, che valorizza il riciclaggio degli scarti organici di quelle aree.
Finanza ‘verde’ e biomasse
La Siram Veolia (il primo operatore in Italia nei servizi di efficienza energetica) ha completato un importante acquisto in materia di biometano. Avendo infatti comparto il 100% di Le Ghiande Energy Srl, è divenuta proprietaria di un impianto di produzione di biometano in Provincia di Lodi. Tre anni fa, per altro, la stessa Siram Veolia aveva firmato firmato con Saipem un’intesa su biometano e biogas.
L’utilizzo di materiali organici di risulta o comunque materia agricola per produrre carburante è solo una delle tante sfaccettature della transizione energetica. Tuttavia sui carburanti ‘verdi’ si stanno concentrando ovviamente anche le grandi multinazionali del fossile, in relazione al futuro della mobilità.
Tant’è che, contestualmente all’aspetto pratico, si è sviluppato tutto un filone della c.d. finanza ‘verde’ che ha dimostrato di possedere dei buoni margini di profitto. Diversi investitori privati hanno portato avanti delle operazioni in questo comparto e l’Italia del Nord, in questo senso, è assurta a esempio fulgido di questa tipologia di ‘scambi’.
Il quadrante dell’Italia Settentrionale
Nel Nord Italia, il biometano e in generale le biomasse stanno trovando una grande implementazione, con riferimento a tutte le realtà produttive del settore primario che sono un riferimento. Questo, ovviamente, nella misura in cui si stanno strutturando dei canali sempre più efficienti che portano i materiali di risulta delle fattorie e delle aziende agricole ad essere smaltiti.
Secondo l’Agenzia di stampa sull’energia e le infrastrutture (AGEEI) l’ultima acquisizione di Siram Veolia ha rimarcato l’ingresso del Gruppo in questo mercato. Si è così dato seguito al Piano Strategico Green Up 24/27. Gli obiettivi – per l’Italia – saranno l’aumento di dieci volte della produzione di rinnovabili, insieme alla riduzione delle emissioni del 50% entro il 2032.
L’impianto comperato, situato a Sant’Angelo Lodigiano, ha ottenuto l’autorizzazione a trattare fino a 27.000 tonnellate annue di rifiuti organici e 20.000 tonnellate di sottoprodotti agricoli. Attraverso un processo di digestione anaerobica, si arriverà alla produzione di circa 2,65 mln di metri cubi (m³) di biometano all’anno. L’equivalente del fabbisogno energetico di oltre 2.500 famiglie.
Qualora si riuscisse a vendere il 40%–50% di energia ‘verde’ – nel lungo periodo – più del 50% di questo obiettivo si baserebbe proprio sulla produzione di biometano. Per questo, la scelta di investire in Lombardia è stata una operazione in linea con una pianificazione di più elevata portata.